Pacco-bomba sotto l'auto di un imprenditore edile
Unmodo di dire: «Possiamo farti male, sappiamo come, quando e dove colpirti, stai attento!». Anche se bisognerà attendere le analisi di laboratorio per sapere se poteva esplodere o meno, il pacco-bomba fatto trovare ieri al Nomentano rappresenta un chiaro messaggio di minaccia. Diretto forse a un imprenditore edile, che aveva parcheggiato la sua auto in quel punto. Ma se fosse lui il bersaglio è ancora tutto da verificare. È accaduto verso le 9 in via Ajaccio, all'altezza del civico 5, non lontano dalla Luiss. Il proprietario di un'Audi A6, un costruttore, sta per salire sulla sua auto quando nota un involucro lasciato sotto al lato del guidatore, ma ben visibile. A raccontare la dinamica del ritrovamento è il gommista davanti al quale la vettura era parcheggiata. «Il padrone dell'auto ha notato il pacco e ha chiamato il macellaio per farsi aiutare a spostarlo - ha spiegato - Pensavano fosse una consegna per me da parte di qualche rifornitore, e quindi l'hanno messo davanti alla mia officina». Il gommista, però, non era in attesa di consegne. E si è insospettito. «Non aspettavo pacchi da nessuno, ma soprattutto non mi fidavo di quei fili che uscivano dalla scatola ed erano collegati a un marchingegno. Così ho chiamato i carabinieri», ha concluso l'uomo. I militari arrivano sul posto poco dopo. E vengono raggiunti dagli artificieri. L'ispezione del contenitore rivela che dentro ci sono due scatole sovrapposte e, all'interno di una di esse, c'è della gelatina. Il kit, poi, comprende anche un detonatore. È abbastanza per decidere di farlo brillare dopo aver separato la gelatina dal resto. Sul gel verranno eseguite analisi di laboratorio. Obiettivo: capire che sia dello stesso tipo di quello usato nelle miniere e se, quindi, fosse davvero in grado di esplodere. Nessuna rivendicazione è giunta alle forze dell'ordine o nelle redazioni di quotidiani e telegiornali riguardo il pacco-bomba. E gli investigatori tendono ad escludere decisamente la pista terroristica, anche perché nelle immediate vicinanze di via Ajaccio non ci sono obiettivi cosiddetti «sensibili». Resta l'ipotesi legata alla criminalità comune, forse il racket delle estorsioni. Qualcuno voleva mandare un messaggio all'imprenditore edile che, evidentemente, non sospettava nulla e si è allontanato a bordo dell'Audi subito dopo aver rimosso il pacco? Una domanda alla quale dovranno rispondere gli investigatori dell'Arma che, coordinati dal pubblico ministero Antonio Calaresu, indagano, come si dice, a 360 gradi e ascolteranno nelle prossime ore il presunto «target» degli attentatori.