Filma l'estorsore e lo fa arrestare

Serbo, 44 anni e armato. E' questo il profilo dell'uomo arrestato nelle ultime ore dagli agenti della Squadra Mobile di Roma, diretti da Vittorio Rizzi. A far scattare le manette il reato di minacce aggravate a scopo di estorsione. La vittima è una donna straniera che gestisce un negozio per la vendita della frutta in zona Ponte Milvio. Alla base delle richieste dell'uomo debito contratto nel 1992 dalla donna con un usuraio, il quale, dopo l'"annuncio" della donna qualche giorno fa di non voler più sottostare ai soprusi, aveva mandato da lei l'"esattore" serbo. Per "convincerla" a pagare la cifra di 2mila euro il soggetto ha anche minacciato la donna con una pistola. La polizia spiega che quello che doveva essere un piccolo prestito, si era trasformato con il passare del tempo in una vera e propria ossessione per la vittima, costretta a corrispondere periodicamente al suo "creditore" dei tassi d'interesse altissimi, nonostante il piccolo debito si era già estinto. A mettere fine alla storia, sono stati gli uomini della Squadra Mobile che, mentre il serbo era ancora all'interno del negozio, sono intervenuti disarmandolo dell'arma, che è stata poi sequestrata. Per il serbo sono così scattate le manette. IL VIDEO DELL'ESTORSIONE Ad incastrarlo, oltre al materiale sequestrato, anche un video registrato dalla donna che ha ripreso la scena. Gli investigatori sono anche risaliti all'identità dello strozzino, che ha 63 anni e le sue iniziali sono B.G. All'interno della sua abitazione, oltre a 2mila euro in contanti, sono state trovate otto agendine con nominativi e cifre di denaro da corrispondere all'usuraio, oltre a numerosi oggetti in oro, alcuni dei quali riconosciuti dalla vittima come affidati all'uomo a garanzia del debito e mai restituite. L'usuraio è stato denunciato per il reato di usura e minacce aggravate. Il complice serbo, A.A., risultato già destinatario di un ordine di cattura, è stato arrestato per minacce aggravate a scopo di estorsione. Sono in corso ulteriori indagini per risalire ad eventuali altre vittime coinvolte nel giro dell'usura.