La Regione chiude la borsa Privati e religiosi sul lastrico
La sanità privata e religiosa è una bomba ineescata che rischia seriamente di esplodere. Ai casi dell'Idi-San Carlo e del Cristo Re si aggiungono anche quello del Policlinico Gemelli e dell'Irccs Santa Lucia. Per quanto riguarda la struttura legata all'Università Cattolica il ministero è stato chiaro nei confronti della Regione: l'accordo con il Gemelli ancora non c'è e la struttura sulla Trionfale reclama ancora trasferimenti di fondi mai avvenuti. Altrettanto grave è la situazione del Santa Lucia, seriamente a rischio chiusura con lo spettro di mille licenziamenti. Della questione il management ha investito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Anche qui è un problema di trasferimenti da via Cristoforo Colombo: l'Irccs reclama subito poco meno di 30 milioni di euro su un credito totale di 99. La partita degli ospedali religiosi è per certi versi ancora più intricata. La stessa governatrice Polverini ne è consapevole, tanto che sabato, pur nella consapevolezza di aver imboccato la strada giusta, rimarcando i risultati «importanti» raggiunti dalla Regione sulla riduzione del deficit, ha eloquentemente ammesso: «Ci sono situazioni molto complesse, in particolare con alcuni ospedali classificati sia per quanto riguarda la parte corrente, sia per quanto riguarda il contenzioso che si trascina da troppi anni. Però stiamo lavorando e stiamo già in una fase avanzata». L'obiettivo della Regione sembrerebbe essere quello di chiudere i contenziosi a saldo e stralcio. Anziché pagare tutto il pregresso magari rateizzandolo a molti ospedali è stato offerto di accettare una somma molto inferiore ma subito. Una proposta scartata da alcuni classificati, com'è stato reso noto dall'amministrazione dell'Idi-San Carlo al tavolo con i sindacati convocato in prefettura giovedì scorso. Intanto il Cristo Re è riuscito a pagare gli stipendi del mese di ottobre, problema comune peraltro all'Idi-San Carlo. I contatti tra Regione e ospedale sono assidui e regolari. Nell'ultimo l'ammnistrazione ha riconosciuto proprio alla proficuità dei rapporti con gli organi regionali l'avvenuto pagamento degli stipendi e ha manifestato la speranza di poter garantire anche il versamento della tredicesima mensilità il mese prossimo. Tutto dipenderà dallo sblocco delle rimesse, finora avvenute con ritardo biblico da parte di via Cristoforo colombo. Alla Regione è stato spiegato che l'ospedale al momento non è stato venduto né conferito ad altre società, confermando però di essere in attesa delle determinazioni del sistema bancario necessarie all'operazione. L'operazione insomma sarebbe molto più di un'ipotesi. Il riferimento è alla cessione alla Srl Virginia Bracelli con capitale versato di 15mila euro. Un'operazione nei confronti della quale l'Anmirs - il sindacao dei medici della sanità religiosa - e la Uil Fpl hanno inviato formale diffida contro la paventata modificazione dell'assetto proprietario. I dubbi dei sindacati riguardano anche il regime giuridico-amministrativo: con un eventuale cambio di società il Cristo Re resterà un ospedale classificato? Anche del rapporto con i sindacati - in particolare della Uil-Fpl, il più rappresentativo - l'amministrazione ha parlato con la Regione. Dai contatti emergerebbe un rapporto non del tutto sereno nelle relazioni sindacali, con tanto di ricorso proprio della Uil-Fpl per condotta antisindacale. Intanto i lavoratori continuano a operare con professionalità ed eccellenza. L'altra settimana, parlando con alcuni di loro sul destino dell'ospedale, il direttore dell'ufficio nazionale Cei per la Pastorale della Sanità don Andrea Manto ha condiviso le preoccupazioni dei dipendenti, manifestandosi non del tutto ottimista.