Una maestra e due bambini malati di Tbc
Sembrerebbe allargarsi l'emergenza tubercolosi nella scuola comunale dell'infanzia «Gregna Sant'Andrea», in X Municipio, dove una decina di giorni fa una bambina italiana di cinque anni si è ammalata di Tbc ed è tutt'ora ricoverata, anche se le sue condizioni migliorano e verrà dimessa a giorni. I dati sui test effettuati nella scuola ancora non sono definitivi, ma da fonti interne alla Regione Lazio trapela che sarebbero almeno tre le persone contagiate oltre alla bimba. Due sarebbero alunni, mentre la terza è la maestra della classe frequentata dalla malata. Per tutti e tre i soggetti non si parla di positività ma di contagio. C'è poi un quarto soggetto coinvolto, la sorellina di uno degli altri due bimbi contagiati, che sarebbe risultata positiva al test per la Tbc ma non avrebbe contratto la malattia. I dati sono ancora parziali, perché i test - circa duecento - su docenti, bambini e genitori sono ancora in corso presso l'ospedale pediatrico Bambino Gesù. In ogni caso, si apprende da fonti regionali, al momento non ci sarebbero altri casi di positività o di contagio. La governatrice Polverini è comunque cauta. «Io non ho le competenze per dare i numeri, però se abbiamo una percentuale così alta di persone positive nel nostro Paese potremmo riscontrare una percentuale alta di casi in vari contesti», dice a margine della giunta regionale di ieri. «Del resto qualche tempo fa è accaduto in una scuola di Torino - spiega ancora la Polverini - ancora prima in una scuola di Milano, o meglio, abbiamo saputo che è accaduto. Quindi auguriamoci di essere nell'ambito dei dati nazionali». «Abbiamo chiesto una relazione alla Asl di riferimento (la Asl Rma B ndr) e a quella competente per le malattie infettive come facciamo sempre, ma ancora non abbiamo avuto riscontri. La Tbc in questo Paese è una delle malattie che riemergono, e per questo ci sono dei casi in varie realtà», conclude poi la presidente della Regione Lazio. Intanto il Codacons torna sull'ordinanza del Tar che ha respinto il ricorso per ottemperanza presentato dalla stessa associazione. «Con l'ordinanza del 23 novembre il Tar del Lazio si spoglia della competenza sul caso della tbc al Gemelli e rimette la questione nelle mani del Consiglio di Stato», precisa il Codacons, spiegando che «i giudici amministrativi hanno stabilito che sull'esecuzione dell'ordine del Consiglio di Stato di eseguire i test anche sui bimbi nati nel 2010, deve essere lo stesso Consiglio di Stato a decidere, escludendo quindi la competenza del Tar in materia». Intanto il Codacons continua a denunciare la Regione Lazio, colpevole - secondo l'associazione - di non ottemperare all'ordine del giudice, contribuendo in questo modo ad accrescere la sofferenza di quelle famiglie cui non si consente di effettuare gratuitamente i test sui propri figli. Anche se sulla richiesta d'ottemperanza il Tar pare essersi espresso in maniera esauriente proprio lo scorso 23 novembre.