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"La Capitale ricca fa gola alle mafie"

La Scientifica in via Forni a Ostia (Foto Gmt)

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«Una cosa è certa, ma non riguarda solo Roma, riguarda anche le zone del Nord Italia che sono territori nei quali la criminalità organizzata, quindi non per forza solo la mafia o la 'ndrangheta o la camorra, vanno a investire su questi territori, e Roma non è esente anche per la ricchezza della città». Da Palermo il neo ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri risponde al sindaco di Roma Gianni Alemanno che dopo il duplice omicidio di Ostia ha descritto «Roma sotto attacco della mafia». Le parole coincidono con il quadro criminale fatto dal capo della Direzione distrettuale antimafia, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo:«La Capitale è il crocevia delle mafie che qui vogliono reinvestire il denaro sporco». Intanto le indagini sull'omicidio a Ostia Ponente di Francesco Antonini e Giovanni Galleoni continuano serrate. La curiosità degli investigatori di Squadra mobile e Commissariato Lido si è concentrata sugli affari dei due in Egitto, dove avevano aperto un ristorante a Sharm El Sheik, attività che si sospetta sia servita ai boss per celare un giro di riciclaggio di denaro sporco. Ma sono ipotesi. Galleoni e Antonini gestivano diversi affari, ciascuno rappresenta una pista valida. Le attenzioni della polizia non riguardano soltanto l'indagine. Ieri pomeriggio la Questura ha eseguito una vasta operazione di controllo del territorio. Dalle 14 a mezzanotte, quindici equipaggi a Nuova Ostia – il quadrilatero della mala che tocca il lungomare Duca degli Abruzzi, via Avegno, via Baffigo e via del Sommergibile – hanno blindato gli incroci che negli anni hanno visto sangue, sparatorie, rapine a mano armata, risse e agguati di stampo mafioso. «Un tempo una cosa del genere sarebbe stata impossibile – commenta un residente – Io sono quarant'anni che vivo qui: prima era pericoloso anche solo mettere il naso fuori casa e la polizia non poteva neanche avvicinarsi. L'aria è cambiata già da un po'». Ha ragione Luca, 42 anni in via del Sommergibile da quando ne aveva appena due: «L'aria è cambiata a Ostia Ponente. La gente entra ed esce come vuole da quelle strade che negli anni hanno fatto da palcoscenico alla criminalità del litorale, le forze dell'ordine passano e controllano. Ma le pistole, quelle, non sono mai uscite». Hanno continuato a sparare, i fatti più recenti sono in via del Sommergibile il 26 ottobre e il duplice omicidio in via Antonio Forni martedì scorso. La gente guarda i poliziotti di sottecchi, altri li snobbano. Sono in molti quelli che ieri pomeriggio erano in strada per godersi una Nuova Ostia blindata, le donne affacciate ai balconi pieni zeppi di panni stesi non sono rientrate prima di sera. Gli occhi verso il cielo squarciato dalle pale degli elicotteri, o in strada con i poliziotti agli incroci. Pochi hanno voglia di commentare, sarcastici sull'utilità di un simile dispiegamento di forze. Ma non sono state poche le voci fuori dal coro di chi, invece, ha salutato la task force dopo il duplice omicidio di Franchino e Baficchio. «Ci voleva, altroché – dice un signore del centro anziani - Le persone oneste hanno solo da guadagnarci da una presenza tanto massiccia di polizia e carabinieri. Magari fosse così sempre». «Certo, un quartiere come questo non cambia facilmente – lo interrompe un altro - si sono sempre ammazzati fra loro e continueranno a farlo. Magari, però, eviteranno di farlo in mezzo alla strada e forse si capirà che questa non è più terra di nessuno».

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