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Fronda dei presidi contro gli sfaticati

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Il liceo Artistico Ripetta occupato dagli studenti (Foto Gmt)

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È meglio prevenire anziché curare, per questo le occupazioni a scuola vanno fermate subito. A pensarla così è il preside del liceo Scientifico Isacco Newton, Mario Rusconi che ha chiamato a raccolta i colleghi di Capitale e Provincia per affrontare il problema sul nascere. L'autunno caldo della scuola è cominciato la settimana scorsa: a dare il via è stato il liceo Scientifico Avogadro seguito dal Malpighi, dall'Artistico Ripetta e dal Classico Visconti. Come un rito la stagione delle occupazioni è ripartita, ma stavolta, accanto alle solite proteste studentesche, è spuntata un'altra mobilitazione: quella dei presidi. Dopodomani alle ore 12 i capi di istituto si riuniranno al Newton di viale Manzoni guidato dal presidente romano dell'Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola (Anp), Rusconi. Gli obiettivi sono due: redigere un documento comune per dire basta alle occupazioni studentesche «che non servono a nulla» come spiega il promotore dell'iniziativa, e proporre un'alternativa diversa. «Ai ragazzi - dice il preside del Newton - daremo la possibilità di avere a disposizione una giornata durante la quale, al posto delle lezioni, potranno dicutere e approndire solo ciò che vogliono. Un "Open Day della democrazia" - annuncia il dirigente - che noi applichiamo già da otto anni nel nostro liceo e con grande successo». In effetti lo Scientifico di viale Manzoni è tra le poche scuole di Roma a non essere più occupata dagli studenti da quasi un decennio. «Il nostro è un istituto notoriamente frequentato da giovani di sinistra - racconta Rusconi - eppure questo modello che abbiamo deciso di applicare nel 2003 ha funzionato. Ogni anno il Consiglio d'Istituto approva l'iniziativa di avere 4 giorni all'anno per organizzare incontri, dibattiti e laboratori. Quest'anno il primo appuntamento è il 12 dicembre». Così il presidente romano dell'Anp, forte del successo che il modello applicato nella sua scuola ha riscosso negli anni, ha deciso di provare a fare fronte comune chiamando a raccolta i suoi colleghi «che già in venti - assicura - hanno aderito all'iniziativa, un progetto che speriamo possa funzionare anche nelle altre scuole oggi ancora in balìa delle occupazioni autunnali».   I capi d'istituto riuniti insieme redigeranno un appello che il preside del Newton ha già messo nero su bianco: «La scuola come luogo dove tutti gli studenti possano partecipare, proporre e utilizzare la loro creatività, la scuola come palestra di democrazia». Un appello per dire anche definitivamente basta «alla liturgia delle occupazioni come rito obbligato dell'autunno che deresponsabilizzza gli adulti e priva i giovani del loro contributo e sostegno». Perché, alla fine, l'obiettivo principale delle autorità scolastiche resta comunque quello di salvare gli istituti dalle manifestazioni di protesta che, sempre più spesso, si trasformano in incursioni vandaliche di gruppi di estremisti pronti a devastare i plessi. Proprio come è accaduto lunedì scorso nel liceo Scientifico Avogadro, il primo a dare il via alla stagione delle occupazioni. I danni stimati per 10 mila euro nella sede di via Brenta,quartiere Coppedè, hanno mandato su tutte le furie i genitori dei ragazzi. «I reponsabili vanno individuati e denunciati - hanno sottolineato - Siamo stanchi che sia sempre la scuola a dover pagare per le azioni di una minoranza». Un fatto comune a tanti licei e istituti tecnici. «L'ultima occupazione avvenuta al Newton prima dell'applicazione dell'Open Day - racconta con grande amarezza Rusconi - costò alla scuola quasi 150 milioni di vecchie lire. Avevano distrutto tutto: aule, bagni, segreteria. Non c'era più neanche un crocifisso. Oggi invece siamo orgogliosi di poter dire che non accade più. Ma, tante volte, la colpa è solo nostra perché compete a noi adulti e professori indirizzare i giovani verso le scelte migliori». Scelte intelligenti che potrebbero concretizzarsi anche mettendo in pratica «strategie didattiche». Ad esempio l'applicazione del trimestre-pentamestre al posto dei lunghi quadrimestri: nelle scuole dove è applicato i ragazzi, pressati in questo periodo dall'incombenza della pagella, non hanno il tempo di pensare «a occupare».

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