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Dietro l'agguato l'affare spiagge

La Scientifica in via Forni a Ostia (Foto Gmt)

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Un regolamento di conti forse legato alla gestione di spiagge e chioschi. Forse maturato nello scontro tra i due clan che si dividono gli arenili sui versanti Levante e Ponente di Ostia. Consumata da killer esperti armati di pistole 9x21, membri di un sodalizio criminale che non teme rivali. Si delinea la pista investigativa di Squadra mobile e Commissariato di Ostia sul duplice omicidio di Giovanni Galleoni e Francesco Antonini, 45 e 40 anni, avvenuto l'altro ieri pomeriggio davanti a un bar in via Antonio Forni. Alcuni sospettati sono sotto torchio in Questura. Ma un fatto è chiaro, riferito da prefetto di Roma e capo della Direzione distrettuale antimafia, Giuseppe Pecoraro e il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. «Questi soggetti sono stati implicati in fatti legati al traffico di droga e al gioco d'azzardo che sono stati per loro letali», dice Pecoraro. «Si è trattato di uno scontro evidente tra due gruppi criminali molto forti, uno scontro di un certo livello», precisa Capaldo. Nel pomeriggio negli uffici della Mobile testimoni e altri soggetti noti alle forze dell'ordine sono stati interrogati, per ricostruire la dinamica dell'agguato e l'ultimo periodo di vita dei due. I supertestimoni, l'operaio e il titolare del locale da un mese in ristrutturazione davanti al quale si sono incontrati con le vittime, non sarebbero stati molto collaborativi con gli investigatori. Eppure loro hanno visto arrivare i sicari, loro hanno assistito all'esecuzione: di Antonini nel bar dove ha tentato di ripararsi ed è stato freddato con due colpi a inguine e torace; di Galleoni, ferito in strada e morto in ambulanza durante il trasporto all'ospedale Grassi. Gli accertamenti hanno chiarito che non sono stati loro a fuggire sulla Fiat Bravo di una delle vittime, raggiunti dalle pallottole dei killer che hanno mandato in frantumi il lunotto posteriore, fermati poco dopo dai carabinieri. Si tratta invece di un romeno con la moglie, garagista alle dipendenze di Galleoni e Antonini: davanti ai sicari, sono saliti sulla Fiat e sono scappati. La paura o la reticenza li avrebbero convinti a non parlare, a non ricordare quelle scene e a non descrivere il gruppo di fuoco. Il sospetto è che i killer non siano arrivati come al solito, in due sullo scooter. Ma che fossero di più, un vero commando, dimostrando una certa capacità militare. I contorni del presunto movente si intravvedono frugando nel passato di Antonini e Galleoni, detti «Baficchio» e «Sorcanera». I loro interessi criminali sono stati vari: usura, videopoker, ma anche gestione dei chioschi sulle spiagge di Ostia. Lo racconta il collaboratore di giustizia Stefano Luciani nell'ordinanza dell'operazione «Anco Marzio» del novembre 2004 in cui furono arrestati vecchi affiliati dell'ex banda della Magliana: «Roberto Pergola, Faraj Sulaiman, Giovanni Galleoni e Franchino “Sorcanera” (Antonini, ndr) sono gestori, fatta eccezione di due lotti, di tutta la spiaggia libera che va dal Porto Turistico di Ostia a piazza Scipione l'Africano, dove ha il chiosco Roberto Pergola. Anche le concessioni dei chioschi e della spiaggia libera gestita dai personaggi sopra indicati è dovuta alle minacce che Pergola e Sulaiman esercitano nei confronti di funzionari del Municipio di Ostia Lido. Tanto è vero che sono a conoscenza diretta che Galleoni e Franchino hanno già minacciato il direttore del XIII Municipio...». La violenza dell'organizzazione è temuta anche dagli stessi Baficchio e Sorcanera. Ecco cosa diceva Galleoni al telefono con Antonini, intercettati dalla polizia: «Me stanno a buttà fori... se stanno a magnà tutto... non me fanno un cazzo, non m'hanno messo la sabbia... poi fanno i cosi per i disabili a Franco (Sulaiman Faraj, inteso Franco l'Iracheno, cognato di Roberto Pergola) e a tutti gli altri a me non me fanno un cazzo mo tocca vedé a settembre sti cazzi de lavori che me devono fà, hai capito? E poi quanno gli rode il culo? Che fanno? Se a quel bastardo gli rode il culo? Schiaccia un dito e me fa da due botte e amo risolto il problema e il chiosco chi sa chi cazzo se lo piglia». La neonata assemblea cittadina «Liberiamo Ostia dalle mafie» ha organizzato per domani una fiaccolata per le strade del litorale romano per coinvolgere tutti i residenti e l'opinione pubblica sull'emergenza sicurezza. L'assemblea, promossa dal Pd locale e sostenuta anche dalla Cgil, dall'associazione Libera e da altri partiti del centrosinistra, «ritiene necessario sottolineare l'irresponsabilità di chi continua a negare o minimizzare il radicamento della criminalità organizzata nel tessuto sociale e economico del nostro territorio».

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