Primo bimbo salvato dal robot-chirurgo
Inveceil robot gli ha salvato la vita. È un alunno di terza elementare di otto anni, il primo bambino operato dal robot-chirurgo al San Camillo Forlanini. La prima operazione del genere in Italia su un paziente non adulto, coperto dal telo verde sotto i ferri del robottino-chirurgo Da Vinci. Lo stesso nome per una macchina fantascientifica da due milioni di euro, identica a quella del centro di Cardiochirurgia robotica al Campus Bio Medico coordinato dal prof. Francesco Musumeci che - si vocifera - pare sia allettato dalle offerte che gli avrebbero fatto per lasciare il San Camillo e dedicarsi anima e core alla cardiochirurgia robotica inaugurata a novembre al Campus. Al San Camillo Forlanini, però, Da Vinci è arrivato da due anni. Ma nessuno si era azzardato a utilizzarlo con un piccolo paziente. Lo ha fatto Bruno Benini: in questa operazione sua la testa che manca al robot-chirurgo, che ha quattro braccia. Una regge la telecamera, le altre sono braccia operative. Il chirurgo in carne e ossa è alla consolle e manovra il robotino a distanza sia dalla macchina che dal paziente, come un videogioco. L'intervento sabato scorso. Il lunedì dopo il bimbo era già a casa. Benini è stato coadiuvato dall'equipe del prof. Alessandro Calisti, primario del reparto di chirurgia pediatrica del San Camillo Forlanini. Il piccolo paziente era stato trasferito da un altro ospedale, in seguito a un'intervento per l'appendicite. «Durante i controlli ci siamo accorti di un problema alle vie biliari - spiega Benini, il chirurgo - un po' di terapia antibiotica per alcuni giorni, poi è tornato per l'operazione programmata». Velocissima. «Sono stati praticati quattro forellini nella parte anteriore dell'addome, attraverso questi è stato asportata la colecisti, che conteva i calcolini». L'obiettivo è allargare il campo di azione. «Ma la strumentazione, pinze e dissettori, vanno sostituiti spesso e sono molto costosi». «Questa - ha detto il direttore generale del San Camillo Forlanini, Aldo Morrone - è la dimostrazione che gli investimenti nella sanità, e nella tecnologia, frutto della ricerca scientifica, sono investimenti appropriati per migliorare la qualità della salute dei nostri pazienti, attraverso interventi che riducono al minimo gli effetti collaterali e aumentano la precisione dell'intervento». Per il manager, è anche «la dimostrazione del ruolo di leadership da parte dell'azienda San Camillo Forlanini che con l'aiuto della Regione ha continuato ad investire in tecnologia e ricerca avanzati». Si dovrà poi, ha concluso Morrone «programmare in modo sempre più razionale e appropriato l'uso delle nostre strumentazioni, per ridurre al minimo i costi e migliorare l'efficacia». A prova di robot anche gli infermieri. Al Campus Bio Medico un master di I livello in «Assistenza infermieristica e strumentazione in sala operatoria».