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Lo ius soli mette pace tra Roma Capitale e Lega

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Pomarici e Zaia: le leggi sull'immigrazione ci sono già

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Perora, comunque, è meglio parlare di armistizio anche se la calorosa stretta di mano tra il governatore del Veneto, Luca Zaia, e il presidente dell'assemblea capitolina, Marco Pomarici, fa pensare che c'è ancora qualche speranza di salvare l'alleanza tra Pdl e Lega. Tutto è accaduto ieri nella sala della Protomoteca del Campidoglio quando, in occasione della cerimonia per il trentennale dell'associazione Veneti a Roma, i due presidenti si sono trovati a sedere allo stesso tavolo. Una situazione che dopo le parole del sindaco Alemanno contro la Lega sembrava quasi impossibile da vedere. Invece è successo. E, nonostante la doverosa difesa di Pomarici sul decreto Roma Capitale («non ci ha fatto piacere sentirla definire "un pessimo giorno" la data dell'approvazione del secondo decreto attuativo») è bastato che Zaia ribadisse il secco «no» alla proposta di Napolitano di dare la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia per vedere Pomarici lasciarsi andare in un sincero applauso. «Dobbiamo difendere la nostra identità» è stato il commento di Zaia. «Massimo rispetto per il capo dello Stato ma io dico di no perché una legge c'è e dice che ci vogliono dieci anni per diventare cittadini italiani. Adottare questo sistema ci espone come nazione a non poche difficoltà, prima fra tutte l'attrattiva sanitaria unica nel mondo». Parole nelle quali Pomarici si è riconosciuto pienamente. Infatti, come racconta a Il Tempo, «pur rispettando il pensiero del presidente della Repubblica, ritengo che vada rispettata la normativa vigente». In altre parole, il messaggio è chiaro: Lega e Pdl sono contrarie a modificare le leggi sull'immigrazione. E a ribadirlo, anche se con toni più possibilisti, è Gianni Alemanno per il quale «serve grande cautela» evitando «di fare subito una norma», anche perché «serve una strategia complessiva» che comprenda anche «la questione dei flussi migratori». Ma è proprio riferendosi all'evento di ieri che Alemanno torna a bacchettare la Lega: «Ringrazio il presidente Pomarici che, garantendo ospitalità a Zaia, ha difeso i diritti di Roma Capitale ribadendo le nostre posizioni e il significato politico della nostra battaglia». Posizioni alle quali il governatore del Veneto aveva già risposto durante la celebrazione: «Il nostro problema non è Roma Capitale ma il fatto che questo federalismo non riconosce specificità ad altri territori. Se c'è Roma Capitale allora facciamo anche Veneto Capitale».

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