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La mala accende lo scontro istituzionale

Gianni Alemanno

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Tra sindaco e prefetto l'incomprensione è ormai totale. Ieri, a dividerli, ci hanno pensato i morti ammazzati a Nuova Ostia, cadaveri numero 32 e 33 dall'inizio dell'anno nella Capitale, e il sottile odore di banda della Magliana di cui era intriso il loro passato. Alemanno e Pecoraro se le sono cantate di santa ragione mentre nel commissariato di Ostia andava in scena il comitato per l'ordine e la sicurezza. Il primo attacco di Gianni, in verità, è di martedì sera: «La risposta delloStato, fino ad ora, è apparsa inadeguata. Nonostante i miei numerosi richiami e allarmi, non emerge una strategia complessiva, né un'adeguata copertura del territorio». Pecoraro, che rappresenta lostato sul territorio, ha lasciato correre. Ieri mattina, poi, l'affondo di Gianni: «In questi mesi ho parlato con tutti. È chiaro che c'è un attacco da parte della criminalità organizzata alla nostra città». E ancora: «Mi era stato detto che si trattava di episodi isolati, ma queste letture mi sembrano ormai inaccettabili e insufficienti». Alemanno, fino ad oggi, sulla questione sicurezza aveva sempre tenuto un profilo basso o meglio ancora, il profilo di chi, su questo tema, ha vinto una campagna elettorale. Ieri è saltato il tappo, recuperato al volo dal Pd a cui non è sembrato vero, per bocca del capogruppo Marroni, puntualizzare: «E si accorge solo ora dell'emergenza sicurezza?». Ognuno ha i suoi tempi. Alemanno ha contato fino a 33 prima di sbottare: «Chiederò al nuovo ministro dell'Interno e al capo della Polizia che Roma sia protetta quartiere per quartiere. Non basta risolvere un caso isolato. Servono provvedimenti d'intelligence e un'inchiesta antimafia». La sfuriata del sindaco non ha bisogno di traduzioni: ce n'è sia per la prefettura che per la questura. E ancora: «Ci sono bande che attraverso il traffico di droga si stanno connettendo alla criminalità organizzata. Dobbiamo evitare che ci sia un nuovo fenomeno come la Banda delle Magliana». No, la Banda no. Pecoraro non ha resistito e ha risposto: «Anche se l'omicidio di ieri (martedì, ndr) mi preoccupa e non poco, si tratta comunque di piccole bande alla conquista del mercato della droga. Non c'è criminalità organizzata, non siamo né a Chicago né nel Far west, la banda della Magliana oggi non esiste più». L'idea del prefetto sulla criminalità romana è sempre la stessa, coerente con le risposte date nei mesi scorsi al sindaco. È evidente, allora, che la comunicazione tra i due si è interrotta, il rapporto, mai idilliaco, è venuto meno. Il punto sulla sicurezza fatto dal sindaco si avvicina molto di più a ciò che ha ribabito proprio ieri Giancarlo Capaldo, responsabile della Direzione distrettuale antimafia (Dda), che indaga sul delitto. Il procuratore aggiunto parla di «gruppi forti e di una criminalità organizzata insediatasi ormai sul territorio». Una via di mezzo che dice e non dice, ma basta a dare il là alla reazione di un sindaco che, a dirla tutta, si è fatto in «4» con il precedente ministro degli Interni leghista Maroni e l'ex vice Mantovano, per dare rinforzi alla polizia. Le promesse del Viminale, tra cui le ormai famose 60 pattuglie in più elemosinate dal Campidoglio quest'estate, sono ormai una promessa impossibile da mantenere. Per questo Gianni oggi incontra il ministro Cancellieri. Lo stesso annuncio di creare una task force di 8 volanti in più per contrastare la criminalità sul litorale, ricordano una coperta troppo corta. Ormai è chiaro che qualsiasi riorganizzazione dei commissariati o razionalizzazione delle forze in campo si scontra con una mancanza cronica di personale e mezzi. Ad Alemanno non resta quindi che alzare la voce, come non aveva mai fatto, invocando l'aiuto del governo Monti e del nuovo ministro degli Interni, scoprendo però il suo fianco più debole. Purtroppo non poteva prevedere l'eccezionale escalation di omicidi che stanno insanguinando la Capitale dal centro alla periferia. Gianni ha atteso il 33esimo delitto. Chi, come direbbe il filosofo greco Eubulide in uno dei suoi paradossi, può affermare: 33, sono troppi o sono pochi? Non ne sono bastati 33 al prefetto Pecoraro per lanciare l'sos criminalità. Ne sono serviti meno al procuratore Capaldo. Nel 2007, all'amministrazione di centrosinistra targata Veltroni non ne bastarono 42.

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