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Barricate e lacrime. Aizzati da chi specula

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Eci sono riusciti. «Voglio morire qui, non me ne vado!». Sono parole dette da uno degli anziani che ieri, dalle 9, hanno sbarrato il passo carrabile della Casa di Riposo «Roma2» su via di Casal Boccone in IV Municipio. Dovevano iniziare i primi trasferimenti dalla struttura, destinata alla chiusura e in uno stabile privato, verso ospizi pubblici in altre zone di Roma. In quattro sono andati ma il braccio di ferro e le polemiche continuano. La casa di Riposo costa troppo, una cifra gravata da un alto affitto pagato alla proprietà. Per molti degli anziani quella è diventata casa e famiglia: il trasferimento non è accettato o sopportabile. In tanti rinnegano quella sorta di consenso volontario al trasferimento che gli è stato fatto firmare. Ieri, al momento in cui il furgone con gli effetti di quattro anziani ha tentato di partire, l'ex presidente del Consiglio municipale, Maria Teresa Ellul (Pd), s'è gettata a terra, alcuni degli assistiti hanno sbarrato il cancello con due panchine. «Sto qui da 10 anni. Nella mia vita ho abitato in zona viale Libia – dice Santa Nannoni – Ora vorrebbero portarmi al Casilino in una cameretta come quella per seminaristi, senza balcone». Gli ambienti della Casa di riposo di Casal boccone sono stanze da 40 metri quadri con servizi, in un parco. La struttura nacque negli anni 60 grazie all'Enpals come ospizio per gente dello spettacolo. Ospita un centro geriatrico e un centro Alzheimer ben attrezzati che ora vanno smantellati. «Vivo qui da un anno e mezzo, mi ci portarono da Casa Vittoria, dove sono stata sette anni – racconta Adele Scattarella – Ci hanno fatto firmare questa carta per il trasferimento volontario facendoci paura, che presto qui avrebbero tagliato luce e acqua». «Prima stavo a Castelverde e precedentemente in un container perché sfrattato – dice Enzo Baglioni, 69 anni – Adesso dovrei traslocare un'altra volta, come fossi un pacco postale. Ho subito due operazioni, un blocco intestinale, dimagrisco, non ce la faccio più». «Nella vita ho abitato ai Parioli, in vecchiaia qui a Casal Boccone da sette anni – sottolinea Giuliana Colella, 90 anni – Adesso mi vogliono infilare in un loculo della Casa Roma 3». Levata di scudi di Spi-Cgil: «Sono le prime operazioni di un trasloco che abbiamo definito deportazione e che li allontanerà per sempre dal luogo che li ha accolti per anni». Maria Gemma Azuni, consigliere capitolino del Gruppo Misto: «Gli anziani hanno firmato in modo inconsapevole la richiesta individuale di trasferimento. Ribadisco il diritto di queste persone a rimanere in un luogo nel quale hanno costruito affetti». Daniele Ozzimo, vicepresidente della commissione Politiche Sociali ed Emanuela Droghei, responsabile Welfare del Pd di Roma: «Tutto avviene in contrasto con l'indicazione dell'Assemblea capitolina che nei mesi scorsi ha approvato alcune mozioni a difesa di Casal Boccone». Il deputato Pd Enrico Gasbarra ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro della Salute, Renato Balduzzi, perché illustri i provvedimenti che il dicastero intende attuare per tutelare la dignità e la salute degli anziani. Giu. Gri.

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