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Iniezione da mezzo miliardo per le casse comunali al verde

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Gianni Alemanno e Renata Polverini

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Tra i 350 e i 460 milioni. Si aggira su queste quote la cifra che Roma Capitale potrebbe incassare ogni anno grazie alla reintroduzione dell'ICI sulla prima casa. Il condizionale, però, è d'obbligo. Sebbene siano arrivati segnali precisi sulla volontà del nuovo governo di ripristinare la tassa sull'abitazione principale non sono ancora disponibili dettagli sulle modalità di attuazione. L'ipotesi più accreditata è quella di un decreto legge – probabilmente nel quadro dei decreti correttivi del federalismo fiscale - che la resusciti. L'intenzione dell'esecutivo sembra infatti quella di anticipare al 2012 l'IMU, l'Imposta Municipale Unica, simbolo del federalismo fiscale. Inizialmente prevista per il 2014, l'IMU sostituirà ICI e IRPEF: per includere la prima casa, quindi, si rende necessario ricostituire la tassa sull'abitazione principale prima dell'entrata in vigore dell'imposta unica. Rimane sconosciuta l'entità del prelievo allo studio: difficile, comunque, che l'esecutivo Monti opti per soluzioni che producano un gettito inferiore a quello generato dall'ICI prima della sua abolizione. Nel 2008 il comune di Roma ha incassato dall'imposta comunale sugli immobili del precedente anno 360 milioni di euro, più altri 20 milioni, derivanti in parte dal nuovo edificato e parte dal recupero crediti e dalla lotta all'evasione. La previsione per l'anno successivo, invece, era di un incasso totale di 400 milioni. Ipotizzando un incremento annuo stabile della stessa consistenza, cioè di 20 milioni, nel 2012 Roma Capitale potrebbe avere un gettito ICI prima casa, relativo all'anno precedente, di 460 milioni di euro. Se dovessero essere inclusi nel gettito della rinnovata tassa i 600 palazzi fra istituti e conventi, 50 monasteri, più di 500 chiese, e circa 400 altri immobili tra case generalizie, case di riposo, cliniche private, scuole, seminari, oratori, collegi appartenenti alla Santa Sede, l'introito salirebbe di altri 270 milioni. Sono tante, però le variabili da considerare. Innanzitutto, il progetto di Monti prevede di rendere progressiva l'ICI prima casa, con una variazione di aliquote corrispondente al reddito del proprietario. Una soluzione che, di fatto, scardinerebbe le obiezioni solitamente sollevate nei confronti dell'ICI, considerata una tassa regressiva – cioè che colpisce in proporzione più i redditi bassi che quelli alti – perché legata esclusivamente agli immobili. A questo bisogna aggiungere una probabile revisione delle rendite catastali, che sono il valore base per calcolare l'imponibile ICI. Confrontando i valori fiscali e i valori di mercato stimati dall'Agenzia del Territorio emerge un rapporto all'incirca di uno a tre. Inevitabile dunque un ritocco verso l'alto, e quindi un ulteriore aumento del gettito generato.

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