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L'alto magistrato militare Intelisano denunciato dal fratello

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Unfascicolo era stato aperto dalla procura di Palermo, che lo ha però trasmesso a Roma per competenza territoriale, dato che il reato sarebbe stato consumato nella Capitale. Secondo la denuncia, Intelisano (magistrato del processo Priebke e di una serie di indagini sulle stragi naziste «dimenticate») non avrebbe comunicato ai fratelli Giuseppe, Grazia e Maria di avere incassato gli arretrati della pensione della madre, Cristina Guzzardi, morta il 23 ottobre 2005, e altre somme che la donna aveva ricevuto in eredità dal marito Arturo. Il vertice della magistratura requirente militare era stato invitato dai fratelli a curare tutti gli adempimenti legati all'eredità della mamma, proprio per la sua preparazione giuridica e per la sua autorevolezza, ma avrebbe poi tradito la fiducia dei congiunti. Intelisano non ha voluto replicare («alla base di tutto c'è un grande equivoco», si limita a dire), ma a Giuseppe aveva spiegato di non avere riscontri documentali delle spese vive affrontate quando la madre era in vita. Giuseppe Intelisano, assistito dall'avvocato Roberto D'Agostino, sostiene anche che l'alto magistrato non ha spiegato nemmeno la «sparizione» di 123mila euro, spesi mentre la Guzzardi era ricoverata gratuitamente all'ospedale militare di Anzio. In quel periodo furono effettuati prelievi al bancomat ed emessi ben 121 assegni: le operazioni sarebbero state effettuate dalla donna, che però, ha osservato Giuseppe Intelisano, era stata colpita da ischemia cerebrale ed era immobilizzata a letto da una frattura al collo del femore.

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