Lezioni di campeggio alle terme di Caracalla
Perun quartiere che brinda, ce n'è però un altro che già teme il ripetersi dello stesso copione, perché la nuova accampata – non autorizzata né dalla Questura né dal Comune – è stata allestita alle Terme di Caracalla, nella porzione di parco in cui tradizionalmente si svolge la festa del Pd. Un'occupazione a tutti gli effetti abusiva, ad un passo dal parco giochi, in una delle aree verdi più frequentate dai romani per la corsetta pomeridiana e, nel corso dell'anno, già «ostaggio» di estenuanti manifestazioni di bandiera. Gli indignati hanno traslocato qui, montando una quindicina di tende a cui se ne aggiungeranno certamente altre. Infatti sono previsti ulteriori arrivi dalla Spagna, «giovedì dovrebbero venirci a dare una mano altri compagni». E comunque, sorridono tra loro, «la speranza è che il numero di partecipanti cresca sempre più». Insomma, nel giorno in cui a New York la polizia sgomberava il rifugio di «Occupy Wall Street» a Zuccotti Park (gli agenti sono intervenuti nell'accampamento dove dormivano circa duecento dimostranti da quasi due mesi per restituirlo alla città) a Roma i disagi collegati al movimento degli indignati raddoppiavano. Raddoppiano perché, da un lato, pur essendo iniziati i lavori di smantellamento nello spiazzo di Santa Croce, quest'ultima fino a ieri sera non poteva di certo dirsi ripulita, l'orticello rimasto ne è l'esempio più evidente, e dall'altro la «migrazione» è iniziata appunto a Terme di Caracalla, dove ieri si contavano una quindicina di tende, dunque una cinquantina di indignati. «Nel giorno dell'anniversario del 15 novembre, ovvero un mese dopo gli scontri di Roma che hanno coinciso con l'inizio dell'accampamento – ci trasferiamo invitando tutti alla prima assemblea pubblica che si svolgerà oggi alle 16 a Caracalla per rilanciare il nostro appello all'azione popolare». Caracalla è forse l'unica delle location mai seriamente presa in considerazione da Questura e Comune di Roma, quest'ultimo aveva fin dal principio optato per i giardini Schuster, a San Paolo. Una soluzione che non accontentava gli indignati per via della lontananza dal centro, «ci vogliono sbattere ai margini della città». Tra le altre opzioni anche Villa Borghese e la stessa Santa Croce. Alla fine i «ribelli» hanno spiazzato tutti col «piano B». Smontato il campo a San Giovanni, si sono riorganizzati a un passo dal Circo Massimo, mimetizzati tra gli alberi: tende, fornellini, col tempo probabilmente si ricreeranno anche orticelli (quello allestito a Santa Croce per il momento resta dov'è) e casette di legno. Venerdì scorso è scaduta l'autorizzazione della Questura ad occupare lo spiazzo antistante la Basilica. Da allora, stando alle informazioni del Comune, nessun altro nullaosta è stato concesso, e dunque anche l'ultima scelta non risulterebbe concertata con amministrazione e forze dell'ordine. Ora, già ieri i frequentatori del parco hanno iniziato a storcere il naso. «Quest'area è frequentata da tanti bambini, non mi sembra il caso di mettere le tende qui – spiega Claudio, al parco per la corsa pomeridiana – e poi, a differenza di altri luoghi, non c'è neppure il bagno. Dove faranno i loro bisogni?». Obiezioni e perplessità condivise da altre mamme che, visto come si mettevano le cose, ieri hanno pensato di rimandare l'ora di giochi. Questi ragazzi non accennano a desistere: «Per quanto tempo resteremo qui? Speriamo per tantissimo tempo, perché vorrebbe dire che il nostro movimento è diventato più forte. Noi andiamo piano perché andremo lontano». Nel frattempo gli indignati non si sbilanciano neppure sulle iniziative future: sulla partecipazione al corteo degli studenti di «Ateneinrivolta» in programma per domani dicono di dover ancora consultarsi in assemblea. In serata, a trasloco avvenuto, Giorgio Ciardi, delegato alla Sicurezza del sindaco, ha ribadito la linea dell'amministrazione: «L'autorizzazione per piazza Santa Croce scadeva la scorsa settimana, al termine della manifestazione in piazza del Popolo – ha detto Ciardi - Il Comune, in accordo con la Questura, aveva proposto a questo movimento di trasferirsi ai giardini Schuster, che noi valutiamo ottimale come posizione. Loro hanno preferito un luogo che ad oggi non è stato autorizzato. Restiamo della convinzione che si possano manifestare le proprie idee ed indignazione ma nel rispetto delle regole, perché l'amministrazione e il Questore hanno sempre dimostrato la massima disponibilità. Questo atteggiamento non aiuta il dialogo».