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L'allarme nel Lazio «Un giovane su cinque non lavora e non studia»

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Adirlo, il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, nel corso della presentazione del Rapporto sull'economia nel Lazio elaborato dalla Banca d'Italia. Pecoraro ha sottolineato come al precariato e alle scarse prospettive, tra i giovani, si stia diffondendo anche «un sentimento di sfiducia nelle istituzioni», che si manifesta sotto forma di «dissenso», a volte «senza rispetto delle regole». A questa situazione bisogna «trovare delle soluzioni per ridare fiducia ai giovani e credere in loro». Ma per fare questo occorre anche che «chi siede in Parlamento - ha concluso Pecoraro - si renda realmente conto di ciò che avviene sul territoro, per meglio affrontare le varie situazioni attraverso le leggi». Nel Lazio, inoltre, un giovane su cinque non studia e non lavora. È quanto emerge dal Rapporto presentato ieri all'università di Roma Tre. Il dato sull'inoccupazione giovanile nel Lazio è sostanzialmente in linea con quello delle regioni del centro Italia e sfiora il 20%. Nel 2007 era del 15%. Nonostante il rallentamento del commercio internazionale, le esportazioni, invece, sostengono l'economia del Lazio. Nei primi sei mesi del 2011, l'export della nostra Regione è cresciuto del 20% rispetto ai dodici mesi precedenti, cinque punti in più della media nazionale. Secondo la ricerca, la crescita dell'export ha interessato tutti i principali settori economici del Lazio, primi tra tutti i comparti dei prodotti petroliferi raffinati, dei mezzi di trasporto e dei prodotti chimici. Come emerge dal Rapporto «quella della nostra regione è una situazione di stazionarietà». Così, il direttore della sede di Roma della Banca d'Italia, Paolo Galiani. «Chi punta sull'estero raccoglie esiti positivi», ha aggiunto. «Quello delle costruzioni, invece, è il primo comparto che subisce la crisi».

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