Cortei permessi solo di sabato
Gli studenti: domani sfiliamo in centro Gli universitari sfidano Gianni e i sindacati bocciano le nuove norme
Egli studenti già minacciano: violeremo i divieti. Alemanno lo aveva detto: introdurrò nuove regole più restrittive rispetto al protocollo del 2009. E così ha fatto. Finisce invece in soffitta l'ordinanza (che sarebbe scaduta oggi e non sarà prorogata) che per un mese ha vietato i cortei in centro. Adesso si cambia. Meno restrizioni, ma paletti severi sui giorni in cui si può manifestare. La nuova ordinanza sarà firmata venerdì: «Permetterà i cortei in centro ma solo il sabato e con percorsi prestabiliti - ha detto il sindaco in un videomessaggio - l'ordinanza che vietava tutti i cortei in centro storico è stata un successo e voglio andare avanti su questa strada». Perché proprio il sabato? «Abbiamo scelto questa giornata perché si creano meno problemi ai cittadini», ha spiegato Alemanno. I percorsi su cui si potrà sfilare dovrebbero ricalcare quelli inseriti nel protocollo siglato nel 2009. Sono da piazza della Repubblica a piazza di Porta San Giovanni, da piazzale dei Partigiani a piazza di Porta San Giovanni, da Bocca della Verità a piazza Navona, da Bocca della Verità a via di San Gregorio, da piazzale dei Partigiani a via di San Gregorio e da piazza della Repubblica a piazza del Popolo (in quest'ultimo caso l'itinerario va concordato di volta in volta). Gli studenti intanto annunciano la ribellione. Sono gli universitari de La Sapienza ribattezzati «Ateneintivolta»: «Ci poniamo il problema di riaprire gli spazi di democrazia negati in questa città tramite nuove manifestazioni che sfideranno i divieti di Alemanno. Il nostro obiettivo, giovedì, è raggiungere Mario Monti. È prevista la fiducia al Senato e noi vogliamo arrivare lì per dire che del suo governo tecnico non ci fidiamo e che proprio dal nostro corteo, non autorizzato, il 17 nascerà un'opposizione sociale e di piazza». La vecchia ordinanza scade oggi, quella nuova entrerà in vigore venerdì. Quindi domani non ci saranno divieti in vigore. Il sindaco aspetta di capire cosa succederà: «Vedremo cosa faranno. La Questura ci ha detto di monitorare cosa accade. Mi auguro che non ci sia una paralisi della città, altrimenti sarà la dimostrazione che l'ordinanza è assolutamente necessaria. Il 17, quindi, è una sorta di prova del nove». Oggi in Questura si deciderà se concedere o meno l'autorizzazione al corteo degli studenti. Il prefetto Pecocaro cerca di spegnere in anticipo eventuali incendi. Ha convocato per oggi gli universitari a Palazzo Valentini: «Ci sarà un incontro in Prefettura, perché prima di tutto vogliamo conoscere le ragioni del loro malessere, mi sembra giusto che si apra un confronto». Pecoraro spera che i «draghi ribelli», mettano la testa a posto: «Lo scopo è far capire loro che si può manifestare il dissenso anche rispettando le regole». Un proposito non facile da raggiungere visto ciò che è successo venerdì scorso, quando in XX Settembre i manifestanti hanno cercato in ogni modo di avviare un corteo ma sono stati fermati dalla polizia schierata in tenuta antisommossa. Per il prefetto bisogna arrivare «ad un equilibrio tra le manifestazioni e il diritto dei cittadini alla mobilità. Penso che un po' alla volta ci arriveremo, se anche i giovani ci aiutano noi aiuteremo loro affinché ci sia questo equilibrio per la città». L'equilibrio però non è ancora stato trovato con i sindacati che già durante il vertice di lunedì in Prefettura avevano manifestato la loro contrarietà a nuove ordinanze del sindaco. Ieri, prima che Alemanno comunicasse la nuova ordinanza, il segretario della Cgil del Lazio Claudio Di Berardino aveva annunciato «un ricorso al Tar contro l'ordinanza sui cortei di Alemanno». Il segretario della Cisl Lazio Franco Simeoni è arrivato a proprorre «una moratoria di un mese per le manifestazioni», in attesa di decidere tutti assieme. Netto il rifiuto della Uil: «Reiterare l'ordinanza sui cortei equivale a sbattere le porte in faccia a una città democratica e matura», ha detto il segretario organizzativo di Roma e Lazio Pierpaolo Bombardieri. Il Pd capitolino si è scagliato contro la nuova ordinanza: «Sui cortei le decisioni e i metodi usati dal sindaco sono da "dittatorello". Nonostante tutti i maggiori sindacati e le forze dell'opposizione, lo avessero sconsigliato di utilizzare un'ordinanza per i cortei decisamente rigida, il sindaco ha ignorato ogni indicazione e la sua decisione sui cortei è arrivata con un video via internet quasi fosse un piccolo caudillo de' noantri», ha detto il segretario romano Marco Miccoli. Il clima resta infuocato. Domani si capirà se l'ordinanza verrà rispettata.