Ultimo appello bipartisan per Roma Capitale
Sì alla riforma: il sindaco richiama tutte le forze politiche
Curiosoperché il sindaco ha accompagnato il presidente della Camera Gianfranco Fini. Un appuntamento fissato due mesi fa, dicono dal Campidoglio, ma che in un momento del genere non può non avere una lettura tutta politica che spazia dal ruolo del sindaco come mediatore del Pdl a livello nazionale a quella di una trattativa epr un'alleanza alle prossime comunali. Il traguardo imminente è, comunque, uno soltanto: Roma Capitale. Alemanno ne ha parlato ieri con Fini e proprio a margine della visita al cantiere ha lanciato un appello: «Mi auguro che ci sia da parte di tutti l'impegno per dare l'avvio alla procedura che porterà alla riforma di Roma Capitale. Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, rispondendo a chi gli chiedeva se ci fosse ancora la possibilità di riuscire a far partire l'iter di approvazione dei decreti che porteranno alla riforma di Roma Capitale, procedura che deve partire entro il 21 novembre. C'è ancora una settimana e il governo può approvare il decreto legislativo anche prima della fiducia. Si tratta di una prima lettura, poi ci sarà la verifica parlamentare e la seconda lettura, tutto nei 150 giorni successivi. Quindi l'appello che faccio a tutte le forze politiche e in particolare al nuovo governo, è di approvarla rapidamente». Un appello, quello del sindaco recepito e rinforzato da una mozione bipartisan approvata nel pomeriggio dall'Assemblea capitolina. «Tutte le forze politiche presenti in Aula Giulio Cesare hanno deciso di concordare un'azione importante per il futuro della città con un documento presentato congiuntamente e che verrà votato nella prossima seduta di consiglio - ha annunciato Francesco Smedile, presidente della commissione capitolina Riforme Istituzionali - senza più la Lega a ricattare, Roma Capitale adesso serve un impegno condiviso per far ripartire l'iter». E ancora sulla Lega si è concentrato ieri il battibecco del sindaco, che ha ammonito: «Non è più possibile che la Lega si caratterizzi come un partito avverso a Roma e al Sud, se questo continuerà è chiaro che non saranno possibili collaborazioni». A metterci il carico da 11 Calderoli con la richiesta del mantenimento dei ministeri al Nord. Vecchie scaramucce che sanno già di campagna elettorale, così come il curioso sopralluogo ai cantieri della B1 di Alemanno e Fini.