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Soldi, poker e azzardo il movente dell'agguato

La polizia sul luogo della sparatoria

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Un regolamento di conti forse legato al mondo del poker virtuale. È il presunto movente dell'agguato dell'altra sera dopo le 22 a piazza Nicosia, all'angolo con via della Scrofa, in pieno Centro a Roma, e dei tre colpi di pistola esplosi da due sicari contro Paolo Marcoccia, 48 anni, con precedenti penali per gioco d'azzardo, droga, rapina e associazione per delinquere. Sul caso indagherà anche la Direzione distrettuale antimafia di Roma. Il pm di turno Mario Ardigò sarà affiancato dal pm della Dda Delia Cardia. Ieri i poliziotti della Squadra mobile di Vittorio Rizzi sono andati a sentirlo al reparto di Chirurgia dell'ospedale Santo Spirito dove è stato operato per estrarre la pallottola che si è conficcata nel ventre senza lacerare organi vitali. Credevano di trovare un moribondo invece la vittima quasi scherzava. «Stavo parlando al cellulare con mia figlia. Ho aperto lo sportello dell'auto, ho messo un piede a terra e quelli mi hanno sparato. Non so chi fossero. Non ho mai ricevuto minacce». Gli altri due colpi esplosi dagli aggressori arrivati in scooter da Fontanella Borghese, entrambi con casco integrale, hanno mancato la sagoma. È probabile che i bossoli della pistola a tamburo siano rimasti nella carrozzeria della Fiat 500 nera. Ieri gli investigatori hanno passato al setaccio la piccola vettura, smontandola pezzo a pezzo alla ricerca delle due ogive. Nel portabagli hanno trovato un nunchaku, arma tradizionale cinese. Marcoccia ha sorriso: «Mi piace Bruce Lee». Al vaglio le immagini registrate dalle telecamere installate in zona. La polizia sta verificando anche un altro dettaglio: l'altra sera, all'ora della violenza, in quell'area è andata via la luce. Una casualità oppure un guasto causato dai complici dei killer? La collocazione del probabile movente nell'ambito dei videopoker e del gioco d'azzardo deriva dai precedenti penali di Marcoccia. È un settore nel quale tempo addietro si sarebbe dato molto da fare. Non solo a Roma ma anche all'estero, in Croazia, dove avrebbe stabilito la sede legale di società fondatrici di siti per giocare a poker on line. Un divertimento, per altri vero e proprio gioco azzardo. Tra le sigle inventate da Marcoccia c'è anche un network on line. E ben presto nei forum qualcuno ha cominciato a parlarne con sospetto. Settembre 2010, Ekkatura: «Ciao a tutti, lo sapete tutti la room è bloccata da tempo per fantomatici aggiornamenti (almeno così mi hanno detto loro)». Giugno 2011, Tomdwan11: «Neanche a me fa accedere, non è per niente corretto questo tipo di comportamenti che stanno avendo». FF86 spiega: «Io ho gia scritto alcune mail, ma la risposta è sempre la solita: "Gentile Cliente, Grazie di averci contattato. Chiediamo scusa per il disagio creato. Inoltre la informiamo non si possono prelevare parte dei depositi ma soltanto le vincite». Insomma, alcuni si sono lamentati di aver versato i soldi e di non averli avuti in cassa per giocare, e neppure di aver incassato le vincite. La Mobile vuole capire se Marcoccia per caso sia incappato in questa procedura "farraginosa" e se qualche malavitoso, abituato a lasciare soldi veri nella cassa virtuale, si sia sentito vittima di qualche raggiro. La polizia amministrativa sta controllando bische e sale giochi della Capitale. Il sindaco Alemanno ripete la sua versione: «L'agguato di piazza Nicosia è la testimonianza che nella nostra città c'è una guerra per bande».

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