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Stipendi d'oro in Atac ma solo per i manager

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Crisi, tagli, sacrifici. Sono queste le parole d'ordine nel trasporto pubblico locale. Sono questi i temi sul tavolo delle trattative aperte lunedì tra Cotral, Atac e Trenitalia sulla vicenda della convenzione Metrebus e dunque sulla spartizione del ricavo della bigliettazione unica. E sempre di questo si parlerà oggi nell'atteso incontro tra i sindacati e i vertici Atac per chiarire senso e contenuto della lettera dell'Ad, Carlo Tosti, che disdetta i contratti di secondo livello e, per i dipendenti, taglia gli stipendi di circa 300 euro. Ecco, gli stipendi. L'Atac ha rassicurato che i primi tagli riguardano i benefit dei dirigenti. Il discorso tuttavia non è così semplice e in un momento in cui occorre risparmiare, cosa fanno i super manager? L'altroieri la denuncia del consigliere del Pd, Athos De Luca, sullo stipendio dell'Ad di Roma Patrimonio, società controllata Atac, Gabbuti che ammonta a 645 mila euro, ha ricordato un fronte con il quale ancora cimentarsi. E che riguarda non solo il doppio stipendio del neo amministratore delegato Astral, Marco Coletti, vicepresidente Atac e dirigente di Ogr, ma anche i manager esterni assunti dall'ex Ad Basile. Dal 5 novembre 2010 al 15 marzo 2011, quando cioè le casse Atac già gridavano all'agonia sono stati assunti nove dirigenti esterni. Uno di questi non c'è più. Gli altri otto invece hanno contratti che scadono o nel 2013 o nel 2016. In particolare De Michelis Edoardo, percepisce uno stipendio annuo totale di 84 mila euro (contratto in scadenza il 30/04/2013); Ludovisi Emanuele, centomila euro con contratto in scadenza il 30/04/2013 e avrebbe in dotazione una fiat panda; Parmeggiani Carlo, 228 mila euro l'anno, con contratto in scadenza il 31/01/2016 e una fiat panda in dotazione; Cassino Alfonso, 240 mila euro, con contratto in scadenza il 7/02/2016; Spirito Pietro, 300 mila euro e una peugeot 407 con lavoro assicurato fino al 15/02/2016; Cinquegrani Roberto, 240 mila euro con contratto in scadenza il 29/02/2016; Saccà Vincenzo 144 mila euro con contratto fino al 30/06/2013 e, infine Abbate Antonio, 325 mila euro e una opel astra a disposizione con contratto fino al 14/03/2016. Parliamo di oltre 1,6 milioni di euro che, in un momento di crisi, potrebbero forse evitare tagli a contratti di secondo livello, indennità o, peggio ancora, a stipendi veri e propri, e l'aumento del biglietto a 1,50 euro. Riorganizzare e razionalizzare le spese. Questo il diktat del Campidoglio all'azienda del trasporto pubblico capitolino. Magari si potrebbe partire proprio dalla riduzione degli stipendi di questi ultimi contratti esterni. La tematica del resto è calda e arriverà presto in Consiglio comunale. «Come è possibile che alcuni manager di Atac possano cumulare cariche e stipendi e l'Ad invochi contemporaneamente sacrifici per i lavoratori? Organi di informazione ci dicono di megastipendi che si cumulano a megastipendi per alcuni manager; il sindaco conosce questi casi? Li condivide? Non ha nulla da dire?», a chiederlo la consigliera capitolina Gruppo Misto Sel, Maria Gemma Azuni. A chiederlo saranno probabilmente oggi i sindacati nell'incontro previsto con i vertici Atac. Una riunione importante e delicatissima dalla quale, probabilmente, dipenderà la mobilità di centinaia di migliaia di utenti del trasporto pubblico. E se il buon giorno si vede dal mattino, ecco allora che la nota di ieri dei sindacati non promette nulla di buono. Gli operai del deposito Atac di Osteria del Curato si sono riuniti in un'assemblea spontanea e hanno annunciato non solo la mobilitazione ma «l'indisponibilità a coprire turni straordinari.   Gli operai hanno smesso di collaborare con l'azienda - afferma un responsabile sindacale - e la conseguenza è che oggi (ieri ndr) sulla metro A al posto di 33 treni ce n'erano 24. Se prima non ci attenevamo sempre al regolamento ferroviario per le manutenzioni, da oggi in poi lo faremo ed è gioco forza che si accumuleranno ritardi ai servizi. Sappiamo che anche negli altri depositi di Magliana e Centocelle stanno mettendo in atto azioni simili». La guerra degli stipendi è appena cominciata.

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