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Rita la postina di Bravetta portalettere e tanto amore

Rita D'Oria, la postina di Bravetta

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Quando il postino suona anche il campanello. Quando sale le scale per consegnare il quotidiano direttamente nelle mani del destinatario. Perché, la prima volta, non avendo ottenuto risposta al citofono, ha scoperto che dall'altra parte della porta c'era un disabile. Quando si ferma per il caffè, «cinque minuti gli dico, mi aspettano anche gli altri». Quando è ritenuto tanto affidabile da consegnargli centinaia di euro in contanti da versare sul conto corrente. Quando «mi manca di fargli la spesa, e poi sono a posto!». Rita D'Oria, 53 anni, portalettere nel comune di Roma dal 4 aprile 1984, «possiamo sintetizzare dicendo portalettere nel sangue», è tutto questo. Quelli scritti sulle buste, i destinatari della corrispondenza, per lei non sono solo nomi. Sono «i miei recapiti». Tra questi ce n'è uno che richiede più attenzione degli altri. Il signor Massimo, residente in via di Polenta, nel quartiere Bravetta, proprio quello assegnato a Rita. Lei lavora in questa zona da appena un anno, non sapeva di Massimo. Non sapeva che questo signore, che vive con la madre ottantenne, ha gravi problemi di deambulazione. Passa le sue giornate tra il letto e la cucina. Leggere è l'unico impegno/piacere quotidiano. Ma raggiungere la buchetta è impossibile, fisicamente impossibile. Ostacolo superato. Da quando c'è la "grande Rita", come la chiamano i "recapiti" più affezionati, questo non è più un problema. Rita la corrispondenza non la lascia nella buchetta, la porta in casa: «Per me è una cosa normale, poverino, solo quello può fare durante il giorno, leggere. Poi, fermarmi qualche minuto per fare due chiacchiere, è una cosa che a lui fa piacere», minimizza lei pur consapevole dell'importanza della sua iniziativa, Massimo la ringrazia in continuazione. Anche perché, come si dice, il bene è contagioso. Il sabato, quando Rita non è di turno, a casa di Massimo il giornale lo porta il direttore della filiale di Poste Italiane di Bravetta, Adriano Cimarelli: «Ormai Rita l'ha abituato così, lui ci aspetta. Sappiamo che spesso veniamo segnalati solamente per i disservizi - spiega - quindi fa piacere anche dimostrare nei fatti alle persone che non è sempre così. Loro apprezzano, pensi che la scorsa settimana mi sono arrivate in ufficio ben due torte di ringraziamento». L'ordinario che diventa straordinario, in questo quartiere, lo rappresenta non solo l'attenzione particolare per il signor Massimo e sua madre, ma tanti altri casi, di anziani e negozianti che sanno che «da quando Rita c'è, qualche incombenza burocratica possono risparmiarsela». C'è per esempio anche la "vecchietta di vicolo Bravetta" che puntualmente, a fine mese, alla sua postina di fiducia, sempre Rita, consegna tutta la sua pensione in contanti per evitare di raggiungere la filiale di Poste sola, a piedi: «Lei dice chiaramente che, con le cose che si sentono oggi, non se la sente di andare in giro con tutti quei soldi - conferma Rita - ha paura che qualcuno la tenga d'occhio e che le possa succedere qualcosa. Quindi quel giorno del mese già so che le porterò la posta e ritirerò la pensione che va depositata sul conto corrente. Nelle stesse condizioni di questa vecchietta ci sono anche tanti altri anziani che, essendo soli, magari senza figli, vanno un po' aiutati e guidati se ci sono cose da spedire o compilare, una cosa che noi possiamo fare in cinque minuti ma che per loro può trasformarsi in un'impresa». Nonni soli e anche commercianti di Bravetta: «Capita spesso che debba versare soldi o sbrigare piccole commissioni per loro, sa che risparmio di tempo evitare la fila allo sportello?». Un "servizio" su misura   che risponde anche alla conformazione del quartiere: «Spesso è essenziale instaurare un rapporto, se non di fiducia, comunque di conoscenza altrimenti non si potrebbe lavorare - spiega il direttore - Tanto per citare il caso più indicativo, in via della Pisana lo stesso numero civico raccoglie decine di appartamenti in un unico complesso. A quel comparto ho destinato un solo postino incaricato di studiare cognomi e ubicazione delle famiglie». Il giornale sul pianerottolo, i versamenti sul conto, il modulo del censimento e altre "trafile burocratiche": a Massimo, e agli altri del quartiere, ci pensa Rita «perché a me non costa nulla, ma per gli anziani sono piccoli aiuti che facilitano la vita».

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