Le bacchettate di Laziosanità. Staff dei direttori troppo affollati
Nonsi salva nessuno. Tutta (o quasi) da rifare la pianificazione dei servizi sanitari e amministrativi. E così gli atti aziendali di Asl, aziende ospedaliere, policlinici e Irccs sono stati rispediti al mittente dal Dipartimento della programmazione economica della Regione Lazio. E non è un mezzo gaudio anche se mal comune. Quasi tutti, infatti, sono obbligati a sostenere una sorta di esame di riparazione, con modifiche dell'importante documento per il triennio 2011-2013. Intanto stanno partendo le verifiche sulle carenze rispetto alle linee guida della Regione evidenziate da Laziosanità. Nel mirino dell'Agenzia di Sanità pubblica, in particolare, due settimane fa, sono finite le "ciambelle" salva-servizi. Ciò che non è stato potuto garantire nell'organizzazione sarebbe stato trasferito negli staff dei direttori generali. Troppo affollati, e sarebbe diffuso. Stando al documento n.13382 del 21 ottobre: «Diverse aziende - si legge - hanno previsto in staff alla direzione strategica le strutture eccedenti senza giustificate motivazioni». L'ultima sberla è di questi giorni. Il 2 novembre la lettera redatta dagli uffici tecnici del 7° e 9° piano di via Rosa Raimondi Geribaldi (prot. n.192629) dal giorno dopo sul tavolo dei manager di Asl, aziende ospedaliere: San Camillo Forlanini, San Giovanni Addolorata, San Filippo Neri, Sant'Andrea; Ares 118, Policlinico Umberto I, Fondazione Policlinico Tor Vergata ed Irccs Spallanzani, Ifo ed Inrca.] Alla guida della Direzione programmazioni sanitarie c'è da poco Ferdinando Romano, ex Asl rmD. Avrà la necessità di conoscere le varie situazioni e di confrontrasi direttamente con i dg affinché non sia scollegato l'atto aziendale dal ciclo della programmazione sanitaria regionale. Ma meraviglia che un po' tutti si siano fatti cogliere in castagna. Ma non hanno letto le disposizioni emanate dal commissario ad acta? E sono stati inutili gli incontri con il subcommisario per il piano di rientro Giuseppe Antonio Spata. «Anche se bisogna leggere le motivazioni, mi pare che questi dg non si differenzino dai predecessori, hanno pochissimo coraggio - è il commento di Adriano Fiorini segretario Cisl al S. Camillo - Con questa situazione di commissariamento ci saremmo aspettati misure più decise anche se impopolari. L'altra pecca - dice - è lo scarso confronto coi sindacati. Ma non subiremo. Meglio una cabina di regia in sede regionale».