Carotaxi al voto finale Oggi l'aula ci riprova
Chissà se qualche tassista si giocherà al lotto il numero 67, quello della delibera che da quasi due anni attende, tra vicissitudini incredibili, di essere approvata. E magari anche il numero 24, quello delle sedute dell'Assemblea capitolina impegnate sul confronto del nuovo regolamento taxi e botticelle, compresa quella di oggi. Una storia lunga e complessa quella dell'adeguamento delle tariffe taxi che tra oggi e domani dovrebbe finalmente vedere scritta la parola fine. Forse. Se l'aula infatti tra scontri (anche all'interno della maggioranza) e rinvii riuscirà a sfoltire i 9.300 emendamenti presentati dall'opposizione (la maggior parte fotocopie) e varare definitivamente non solo il rincaro delle tariffe per le corse in taxi ma anche l'obbligo della ricevuta automatica, la "guerra" all'interno della categoria e tra questa e la politica si sposterà certamente in tribunale. «Chiediamo al sindaco e all'intera amministrazione, di porre al più presto fine a questo continuo stillicidio politico-mediatico che va avanti da anni sulla pelle dei tassisti, chiudendo una vertenza che ormai dura da troppo tempo, voluta in prima persona dall'assessore Aurigemma, dal presidente dell'Uritaxi e dal Codacons che affossarono, di fatto, la delibera che adeguava le tariffe taxi - denuncia una nota della Federtaxi Cisal - si approvi questo regolamento, ma non senza quelle misure atte a contrastare realmente i fenomeni di abusivismo interno e esterno alla nostra categoria, togliendo tutti quegli orpelli inefficaci e quei balzelli che graveranno sull'economia dei tassisti. Sappia che come già fatto in precedenza, promuoveremo su eventuali misure inefficaci e costose a carico dei tassisti ricorsi al Tar». Un altro ricorso dunque, come quello che di fatto «affossò» la prima delibera sulla quale fecero ricorso nel luglio 2010 le associazioni dei consumatori. La sonora bocciatura dell'aumento delle tariffe da parte del Tar perché il Campidoglio non aveva indicato i criteri tecnici per l'adeguamento, è costata di fatto un'altro anno e mezzo di trattative. Lo spettro dei giudici insomma continua ad aleggiare sul regolamento. Di nodi da sciogliere attraverso gli emendamenti ne restano sostanzialmente due: la ricevuta automatica (inapplicabile ad esempio per le tariffe fisse) e il numero unico, o meglio la gestione di quest'ultimo. Al di là dei tecnicismi comunque resta il fatto che l'Assemblea della Capitale è ferma da due mesi su questa delibera. Un danno per tutti i cittadini, per i quali ci sono provvedimenti ben più importanti che attendono di essere deliberati. Speriamo davvero che gli eletti di Roma diano prova di responsabilità e finalmente si cambi pagina.