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In Consiglio regionale molto rumore per nulla

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Consiglio regionale del Lazio

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È praticamente record alla Pisana, dove il Consiglio regionale da agosto ad oggi praticamente non si è mai riunito. Per questo la prima proposta di legge all'ordine dei lavori, quella a firma del consigliere Pdl, Andrea Bernaudo, sulle energie rinnovabili, verrà probabilmente approvata «honoris causa». Al di là dei facili sarcasmi è comunque evidente una crisi tutta interna alla maggioranza di centrodestra. Un fattore nel quale ovviamente l'opposizione gongola. Ed è certamente una notizia quella del comunicato congiunto firmato da Pd, Idv, Sel, Fds, Verdi, Psi, Api, Radicali, Lista civica: «È dal mese di agosto che il Consiglio regionale non produce atti, con l'eccezione della mozione sulle carceri, eppure siamo in un momento in cui sia il Paese che la Regione avrebbero un estremo bisogno di scongiurare le emergenze. Siamo nell'emergenza sanitaria, siamo vicini al crac rifiuti, il sistema del trasporto pubblico è a rischio implosione. Di fronte a tutto questo la maggioranza non si presenta in Aula perché alle prese con le sue divisioni interne. Basta un nonnulla perché salti il banco. Oggi il corto circuito è stato provocato dalla nostra richiesta di votare una norma di legge obbligatoria e cioè l'incompatibilità dell'incarico di consigliere regionale dell'attuale sindaco di Latina, Di Giorgi. Siamo di fronte a una condizione di irresponsabilità allo stato puro e intollerabile, tira aria fritta e il nulla. Così non si può andare avanti: se questa maggioranza non è più in grado di esprimere alcuna capacità propositiva e di governo, ne tragga le conseguenze. I cittadini del Lazio sono stanchi di essere trattati alla stregua di ostaggi».   A creare problemi è, soprattutto, la Lista Polverini nella quale anche ieri risultavano non presenti sei consiglieri. Un'assenza che pesa da mesi ormai e sulla quale, prima o poi qualcuno dovrà pure intervenire. C'è poi una doverosa riflessione da fare sui costi della politica. Mentre si fanno proposte più o meno credibili per tagliare vitalizi, monogruppi e auto blu, c'è chi va in consiglio regionale, firma la presenza (conditio sine qua non per ottenere l'indennità) e poi se ne va. Basterebbe forse agire su questi per risparmiare non solo i soldi delle indennità di chi, di fatto, non segue poi l'aula ma anche e soprattutto per far partire i lavori del Consiglio regionale e dare ai cittadini quelle risposte che meritano. Una situazione questa definita dal primo firmatario della legge che non riesce ad essere votata, Bernaudo «degradante, anzi vergognosa».

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