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Un biglietto per 3 litiganti

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E i pendolari pagano Ancora braccio di ferro tra Campidoglio e Regione

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Conil rischio, altissimo, che a rimetterci siano (come sempre) lavoratori e utenti. Parliamo dell'ultimo «caso Atac». L'azienda, che soffre di cronici buchi di bilancio e che, con la lettera di disdetta dei contratti di secondo livello, è riuscita da una parte ad alzare il coperchio su un modello di trasporto pubblico ormai non più sopportabile dalle casse degli enti locali, dall'altra ad aprire uno scontro frontale con la Regione. Il motivo? Un contenzioso vinto da Cotral, al quale l'Atac deve ora circa 20 milioni di euro, e per il quale sarebbero partiti i decreti ingiuntivi. Un atto di «guerra» da parte della "sorella" regionale che avrebbe acuito i già traballanti rapporti. In mezzo, o meglio, in cima il nodo della bigliettazione. La scelta a sorpresa di Atac di uscire dalla convenzione Metrebus, quella stipulata tra l'azienda capitolina, Cotral e Ferrovie dello Stato, che consente di fatto il biglietto unico per il trasporto pubblico a prescindere dal confine comunale o dalla società di gestione, può portare ad effetti devastanti. L'aumento del biglietto dell'Atac, già deciso e messo in bilancio, deve essere (per legge) concordato con la Regione. Peccato che dalla Pisana non ci sia stato alcun segnale. «Il piano industriale è stato approvato insieme all'aumento del biglietto. Per noi vale 35 milioni di euro. Così a luglio ho richiesto un incontro tra Comune e Regione per discutere le modalità, i tempi. Col Comune non ho avuto nessun problema, con la Regione invece sono ancora in attesa dell'apertura del tavolo. Quindi per evitare un buco nel bilancio 2012 abbiamo deciso di uscire dal Metrebus, che significa che il sistema non si tocca, ma che Atac non aderirà più alla tariffa integrata». Queste sono parole dell'Ad di Atac, Carlo Tosti rilasciate ad affaritaliani.it e che spiegano decisamente meglio la nota dell'Atac in cui si spiega che la «disdetta è da riferirsi unicamente agli accordi in essere tra le aziende parti della convenzione cosiddetta Metrebus (Trenitalia e Cotral), e non al sistema tariffario integrato, la cui disciplina è di competenza della Regione Lazio. Di conseguenza nessun impatto diretto è prevedibile per i pendolari laziali». L'intento del Campidoglio è di rivedere (e forse bloccare) la ridistribuzione del ricavato dei biglietti integrati. Forse. Fatto sta che tutto accade quando non solo anche la Regione è dell'idea di aumentare il biglietto Cotral ma quando dalla Pisana hanno chiesto di vedere i dati e i ricavati della bigliettazione. Anzi. Magari di farli "vedere" a un soggetto terzo. Un braccio di ferro pericoloso quello tra Campidoglio e Regione, tra Atac e Cotral, in un momento in cui serve coesione e «verità», come sottolinea Mauro Calamante (Pd), ex presidente Atac. «I tagli del governo ci sono da tutte le parti, ma solo qui scoppia il caos. È arrivato il momento di dire la verità, di dire che Atac, così come Cotral devono prendere milioni di euro da Comune e Regione e che non servono gestori unici o privati ma una seria riorganizzazione delle reti e aumetare l'intermodalità. Ma soprattutto fare piani industriali veri».

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