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Sciopero e bus a singhiozzo arrivano gli "indign-Atac"

La protesta dei lavoratori Atac in piazza del Campidoglio

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Doppio sciopero del trasporto pubblico capitolino, lunedì 7 novembre (nazionale e locale) e possibilità di assemblee pubbliche e "rallentamenti" dei mezzi già da oggi. È scoppiato così il «caso Atac». I contorni, a dire il vero, sono ancora confusi ma quel che è certo è che la protesta dei lavoratori della maggiore azienda capitolina non è dovuta soltanto alla ormai nota lettera dell'amministratore delegato, Carlo Tosti, in cui si annunciavano le disdette dei contratti di secondo livello che, come ha ribadito ancora ieri la società di via Tiburtina, non riguarda autisti e macchinisti e «smentisce categoricamente che siano previste decurtazioni economiche per il personale operaio e, più in generale, per tutte le altre categorie di lavoratori». È davvero così? A sentire i dipendenti Atac no. «La decurtazione ci sarà eccome, sarà di 300 euro. La disdetta dei contratti di secondo livello riguarda operai e amministrativi ed è stato innalzato l'orario di lavoro settimanale da 37 a 39 ore, a stipendio invariato», dicono oltre un centinaio di persone hanno manifestato " a sorpresa" in piazza del Campidoglio. Nessuna sigla sindacale ma un nome che la dice lunga sul clima esasperato che si vive in un'azienda già messa a dura prova da debiti cronici, tagli alle risorse e parentopoli: «Indign-Atac». La protesta si è estesa fino a piazza Venezia, bloccando il traffico per dieci minuti. Poi, l'assessore capitolino alla Mobilità, Antonello Aurigemma è sceso in piazza e, dopo aver smentito ogni tipo di decurtazione in busta paga, ha rassicurato che «la settimana prossima si riapriranno i tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali per ridiscutere il contratto, perché è scaduto da un anno». Un primo incontro ci sarà già venerdì e sarà allargato a Regione e Provincia. Al di là della lettera infatti il problema del trasporto pubblico, che oggi riguarda Atac ma che presto interesserà l'intera rete regionale, sono le risorse. Soltanto per l'adeguamento delle buste paga Atac servono 100 milioni; nel 2012 i fondi della Regione per l'azienda capitolina potrebbero ridursi di circa 50 milioni, così come la gestione della Roma Lido, Roma Viterbo e Termini Giardinetti, "conteranno" 40 milioni in meno. Un salasso non sopportabile dall'Atac, così come da Cotral. Un dato questo non più confutabile. A preoccupare tuttavia non è soltanto la prospettiva di casse sempre più rosse ma anche la mancanza di una linea guida di Regione, Comune e Provincia che serva a dettare già oggi misure a salvaguardia del settore strategico e indispensabile per ogni Ente Locale, il trasporto pubblico. Ne è consapevole anche il consigliere Pdl, Ugo Cassone che ieri ha partecipato alla protesta dei dipendenti Atac. «Una situazione così problematica necessita di una ridefinizione e riordino di tutto il comparto del trasporto pubblico - inutili lettere ai dipendenti, grottesche fuoriuscite da Metrebus, sono esempi lampanti di ciò di cui non si ha bisogno». La linea in effetti non è decisa. La speranza è che il governo riveda i tagli imposti nella manovra di settembre. Anche se fosse tuttavia non basterebbe a rimettere in carreggiata le già provate aziende della mobilità. Smentita la notizia sulla «fusione» tra Cotral e Atac. «In merito alle ipotesi che vedrebbero una volontà di accorpare le aziende - dice la governatrice Polverini - l'attuale contratto in house providing per Cotral esclude questa possibilità, mentre resta necessario un coordinamento fra le aziende ed eventualmente prevedere gestioni congiunte di asset specifici. Venerdì, su richiesta dei sindacati, si svolgerà un incontro fra gli assessori di Regione, Provincia e Comune nel quale approfondire questi temi». L'idea è quella del gestore unico del servizio e di un'apertura al mercato privato che porterebbe capitali "freschi" nelle esigue casse aziendali. Un progetto sul quale la crisi impone una riflessione seria. Un passo importante da compiere in fretta, che già trova d'accordo alcuni esponenti dell'opposizione: «C'è senz'altro necessità di un unico soggetto regolatore regionale - afferma il consigliere regionale Pd, Marco Di Stefano - un organismo unico centralizzato a livello regionale che si occupi di pianificazione, programmazione e controllo del trasporto regionale e che sia l'unico organo regolatore e gestore del sistema di bigliettazione». L'Atac intanto ha convocato per la settimana prossima tavoli sindacali, come richiesto con forza dal sindaco, e il 22 novembre un incontro con le associazioni degli utenti e dei consumatori». La disdetta della convenzione Metrebus, infine, non riguarda la parte della bigliettazione. Nessuna rivoluzione dunque nel sistema del ticket integrato. Motivi tuttavia insufficienti a rasserenare gli animi dei dipendenti Atac.

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