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Alemanno e vertici Atac Una guerra mai finita

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A far salire la tensione la nuova Agenzia regionale

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Alterzo cambio di vertice, infatti e un piano industriale sostanzialmente invariabile, la possibilità di nuove «sorprese» era ridotta davvero al lumicino. E invece no. Le lettere di disdetta dei contratti di secondo livello da parte dell'azienda del trasporto pubblico capitolino, al di là delle proteste dei dipendenti e dell'opposizione, indicano che il solco tra il Palazzo Senatorio e l'azienda di via Prenestina è profondo più che mai. A confermarlo l'intervento in extremis del sindaco e dell'assessore capitolino alla Mobilità, Antonello Aurigemma che non solo hanno incontrato i sindacati ma dato mandato all'azienda di aprire un confronto con le parti sociali al fine di scongiurare ogni cambiamento sui trattamenti economici riservati ai dipendenti di secondo livello. Ieri, Alemanno è tornato sull'argomento. «Solo con il dialogo, che è già stato avviato, si possano trovare soluzioni al momento difficile che sta attraversando l'Atac, così come tutte le aziende del Trasporto pubblico locale in Italia» ha ribadito ancora il sindaco, che si è spinto anche oltre: «Ringrazio Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Faisa che incontrandosi con l'assessore Aurigemma hanno dimostrato la volontà di confrontarsi con l'azienda. Sono convinto che il management di Atac potrà trovare le giuste soluzioni insieme ai lavoratori, che auspico non ricadano sul personale viaggiante troppe volte penalizzato dalle amministrazioni precedenti e che svolge un lavoro usurante in un settore fondamentale per la città». La linea è chiara: tra management e sindacati il Campidoglio si schiera al fianco di questi ultimi. Possibile, tuttavia, che sindaco e assessore ignorassero provvedimenti così drastici all'interno dell'azienda? Per questo c'è già chi pensa alla strumentalizzazione politica di un'azione amministrativa tutta interna all'Atac, dove si stenta ancora a individuare una linea politica di centrodestra o comunque di discontinuità rispetto al passato. E il segnale di un deficit, almeno di comunicazione, tra vertici politici e vertici aziendali non fa ben sperare per il futuro. Un futuro difficile per i gravi tagli imposti da governo e region. Non solo. I tempi per la costituzione di un'agenzia unica del trasporto regionale stringono. Nessuno però, tra gli enti interessati, ha proposto qualcosa di concreto. Un fatto non da poco. E forse non estraneo alle ultime vicende Atac.

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