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I dipendenti Atac bloccano la Prenestina Giallo licenziamenti

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I sindacati: tagli agli stipendi fino a 500 euro L'azienda: coinvolti solo gli amministrativi

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Anchea bloccare la città. La settimana non è iniziata nel migliore dei modi per i dipendenti Atac. La notizia di un taglio alle buste paga era già circolata nel week end e ieri sono partite le conferme dei sindacati. Così più di trecento dipendenti, soprattutto autisti e macchinisti, si sono ritrovati di fronte alla sede principale della municipalizzata, in via Prenestina, per protestare. Sit-in che ha provocato il blocco del traffico in una delle arterie principali della Capitale. Dipendenti e sindacalisti hanno raccontato i contenuti del documento che sarebbe stato firmato dall'ad Atac, Carlo Tosti. Si tratterrebbe di un taglio agli stipendi tra i 350 e i 500 euro. La decisione dell'azienda sarebbe abrogare le contrattazioni di secondo livello di tutte le posizioni dal 1959 a oggi e aumentare da 36 a 39 le ore lavorative. Dal documento si evince che tali disposizioni saranno operative dal primo dicembre per tutti i dipendenti del reparto amministrativo e dal primo gennaio per gli altri: macchinisti, autisti, operai, controllori. Davanti alla sede dell'Atac i lavoratori non hanno nascosto la rabbia. «L'azienda non può accollare a noi le spese di bilancio - ha detto Carlo, da dieci anni autista - E intanto continuano a dare bonus a dirigenti e buonuscite da favola agli amministratori». Del resto, mediamente, un dipendente Atac guadagna 1500 euro. Chi avrà lo stipendio tagliado fino a un terzo del totale rischia di non sopravvivere. Ci sono poi altri due motivi che hanno alimentato il fuoco della protesta. Primo, gli stipendi dei dirigenti non sono stati toccati. Secondo, la lettera è stata firmata da Tosti venerdì sera. Al sit-in i più maliziosi dicono: «L'ha fatto di proposito, ha voluto sfruttare il Ponte con le festività di novembre nella speranza che il suo provvedimento non facesse troppo rumore». I sindacati hanno chiesto ad Atac di ritirarlo. L'Atac, nel tardo pomeriggio, ha inviato un comunicato stampa per precisare i fatti: «Le lettere di disdetta dei contratti di secondo livello non riguardano autisti, macchinisti e personale di supporto in linea. Con riferimento alla lettera inviata da Atac alle organizzazioni sindacali, l'azienda chiariche che le misure riguardanti l'adeguamento dell'orario di lavoro a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale sono da riferirsi esclusivamente al personale amministrativo e di manutenzione, con esclusione quindi del personale di condotta (macchinisti), di guida (autisti) e di supporto di linea (ispettori)». Insomma, per Atac il provvedimento riguarderebbe solo i dipendenti dell'amministrazione. Ma autisti e macchinisti non si fidano e anche chi crede nel comunicato diffuso dalla municipalizzata si è interrogato: «Ma se oggi tocca a loro, domani toccherà a noi?». La protesta, dunque, continuerà. E mentre la piazza era ormai bollente, la politica ha iniziato il balletto delle dichiarazioni. Il sindaco, Gianni Alemanno, alla fine è dovuto intervenire, raccontando l'esito di un incontro con l'assessore ai Trasporti Aurigemma, i segretari regionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil-Trasporti e Ugl-Trasporti: «Abbiamo ritenuto opportuno - ha detto il sindaco - attivarci affinchè a prevalere siano il senso di responsabilità e la disponibilità al confronto tra le parti. Abbiamo proceduto a contattare i vertici di Atac per valutare temporaneamente di non modificare i trattamenti esistenti onde poter contribuire a un sereno confronto con le parti sociali. Tutti devono fare la propria parte affinché l'azienda del trasporto pubblico della nostra città riesca a risolvere gli attuali problemi e si rilanci, in modo da garantire il necessario servizio ai cittadini e un futuro sereno a tutti i dipendenti».

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