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Il mercato prepara il sit-in per il caos Trony

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Federstrade-Cna: questa non è riqualificazione, ma il colpo di grazia ai commercianti

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Ilgiorno dopo l'apertura del più grande punto Trony d'Europa a Ponte Milvio, le polemiche non si placano. Non sono bastate le scuse, le promesse di contribuire alle spese sostenute dall'amministrazione per pagare gli straordinari ai vigili urbani. Operatori del mercato e associazioni di categoria ora si chiedono se una struttura di siffatta grandezza possa esistere insieme ad un mercato rionale, accorgendosi in verità un po' in ritardo che 5 mila metri quadrati di punto vendita difficilmente riescono a convivere con strade strette e quartieri intasati come Ponte Milvio. Fatto sta che a fare la fila di prima mattina, ieri, c'erano ancora centinaia di persone, ma il fatto più curioso è che alle persone interessate ad acquistare prodotti tecnologici a prezzi scontatissimi, si sono aggiunti quelli che si avvicinavano a Trony solo per vedere ciò che aveva bloccato la città per una giornata intera e richiamato migliaia di persone. E i vigili, costretti ancora una volta a chiudere tratti delle strade a ridosso del mercato. «Scusi? - chiede un signore a piazzale Flaminio – sa dov'è il Trony di cui tutti parlano?». E chi non lo sa, ormai. «Sempre dritto la prima a destra, dove vede la fila si ferma...». Dialogo "tipo" tra un curioso venuto da fuori e un abitante della zona. Quest'ultimo poi a sbuffare: «Ma è mai possibile tutta questa gente per un centro commerciale?». Mentre il mercato continua a non riempirsi come una volta. Secondo gli operatori che anche ieri si lamentavano «la colpa sarebbe proprio di chi ha dato il permesso a Trony di aprire qui». Addio speranze che la sua presenza, invece, potesse funzionare da attrattore economico per il mercato. Almeno per ora. «Siamo furiosi – dice Luigina, che ha un banco di prodotti tipici calabresi – ieri (giovedì n.d.r.) ho incassato 20 euro, oggi siamo più o meno sulle stesse cifre. Se continuo così meglio chiudere e non andare proprio a lavorare». «Mi fa piacere che Trony si sia scusato con la città ma da noi non è venuto nessuno a dirci che gli dispiaceva», gli fa eco un altro operatore che preferisce non dare il suo nome. E adesso c'è chi pensa ad un'azione di risarcimento. «Ho chiesto al mio avvocato se c'erano gli estremi – fa sapere Papi, Presidente della Cooperativa di Ponte Milvio – intanto mi ha detto che manderà una lettera ai proprietari di Trony per protestare contro il caos di questi giorni. Poi vediamo cosa fare». Luigina però prende la balla al balzo e minaccia azioni forti di protesta. «Dobbiamo noi bloccare la strada e far sentire la nostra voce. Ma tutti insieme, tutti noi 70 operatori. Qualcosa dovrà succedere per forza». Mentre Luigina alza la voce, alcuni clienti del mercato le danno ragione. Ma c'è anche chi le fa notare che «dovevano farsi sentire molto tempo prima che il centro venisse inaugurato». A schierarsi dalla parte degli operatori ci sono anche le associazioni di categoria. Confesercenti e Confcommercio si chiedono se «quello che è accaduto non è che il fallimento del progetto di project financing voluto dall'amministrazione comunale». «Bisogna fare un ripensamento generale – dice Franco Gioacchini, Presidente dell'Upvad-Confcommercio – per vedere se il futuro sia nel project financing o nei mercati rionali». Più duro il commento di Valter Giammaria, Presidente della Confesercenti provinciale: «La riqualificazione del mercato non può essere la scusa per dare spazio a centri commerciali così grandi e imponenti». Sulla stessa linea Mina Giannandrea, Presidente di Federstrade-Cna: «Doveva essere il mercato dei piccoli esercenti, si è trasformato in un megastore che, invece, finirà per schiacciarli».

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