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La chiusura di Malagrotta resta un giallo

Malagrotta

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Fine della tregua o un semplice fraintendimento? Difficile dirlo, conoscendo i delicati equilibri che da diciotto mesi caratterizzano i rapporti tra il sindaco Alemanno e la governatrice Polverini. In ogni caso, il caso c'è tutto e riguarda, ancora una volta, la dismissione della discarica di Malagrotta. A sentire il primo cittadino «non è pensabile la chiusura entro la fine dell'anno perché i siti alternativi sono in preparazione e quindi penso che il mese più probabile sia marzo. Se la prospettiva di chiudere Malagrotta a marzo, per portare Roma fuori da una vergogna che dura da 40 anni, si scontra con i veti dei territori rischiamo di non poter chiudere la discarica più grande d'Europa o, peggio, di doverne aprire una uguale». «Entro il 2012 - spiega Alemanno - abbiamo l'impegno con l'Europa per far scomparire il conferimento del rifiuto tal quale in discarica: bisogna chiudere Malagrotta e portare nei nuovi impianti un rifiuto già trattato con sistema meccanico-biologico». Il sindaco tende a escludere il pericolo di un'emergenza: «Non c'è comunque il rischio Napoli e in ogni caso siamo convinti che le scadenze, date dal prefetto, saranno rispettate». La posizione del sindaco mal si coniuga però con le parole della Polverini, che sull'ipotesi di una chiusura di Malagrotta a marzo replica: «È il prefetto, che è commissario, che si deve esprimere. Pecoraro ha detto che probabilmente si può andare di qualche settimana oltre la scadenza del 31 dicembre. Però è una decisione che può prendere soltanto lui». Qualche settimana, ma non marzo. Anche secondo il patron della Colari e proprietario di Malagrotta Manlio Cerroni (titolare anche del terreno di Quadro Alto sul quale sorgerà una dei due siti provvisori) nei giorni scorsi ha escluso la possibilità di nuove deroghe. A chiedere risposte certe su Malagrotta è anche il comitato per la chiusura della maxidiscarica Sergio Apollonio: «Dopo 35 anni di discarica il nostro territorio è inquinato, esaurito ed è sotto gli occhi di tutti. Vogliamo una data certa della chiusura. Non si può andare avanti in questo modo». Apollonio si dice «perplesso» anche sulle nuove discariche di Corcolle e Quadro Alto: «Bisogna cambiare sistema, dare garanzie ai territori. Non si può pensare di esportare Malagrotta altrove. Da anni chiediamo che si vada verso i rifiuti zero». Una posizione che ben si coniuga con quella degli abitanti del Comune di Riano e di Corcolle (VIII Municipio) dove sorgeranno le due discariche provvisorie. Un passaggio fondamentale per l'incremento della raccolta differenziata e il superamento dell'emergenza rifiuti sarà - oltre all'attivazione del quinto impianto Tmb auspicato da Pecoraro per eliminare mille tonnellate di rifiuti capitolini conferite ogni giorno in discarica - l'approvazione del Piano rifiuti da parte del Consiglio regionale. Il testo, licenziato dalla giunta, è fermo in commissione alla Pisana. È innegabile che il problema siano principalmente i rifiuti di Roma e il piano dovrà dare risposte concrete. Ma dovrà anche sciogliere i nodi degli Ato, del quarto - e dell'eventuale quinto - impianto di gassificazione e del raggiungimento del 65% di differenziata entro il 2013. La Polverini ha scelto la via del dialogo con il governo, onde evitare nuovi incidenti come accaduto con Piano casa e accreditamento della sanità privata. Palazzo Chigi e Regione valuteranno così in via preventiva il Piano rifiuti. A chiedere l'apertura di un apposito tavolo è stata la stessa governatrice, come rivela il ministro Raffaele Fitto (prima oppositore delle legge sulla sanità privata e ora alleato di Renata sul Piano casa impugnato da Galan): «La Polverini ha chiesto al governo in via preventiva di valutare il Piano rifiuti per valutare eventuali situazioni di difficoltà ed evitare che ci possano essere rischi di ricorso alla Corte Costituzionale. Un'azione preventiva verso cui non ho avuto nessuna difficoltà a dare la mia piena disponibilità e quella del governo». La Polverini conferma: «Alla luce di ciò che è accaduto con il Piano casa ho preteso dal ministro Fitto l'apertura immediata di un tavolo di confronto sul Piano rifiuti perché su questa materia stiamo discutendo in Consiglio Regionale e abbiamo già concordato con l'Ue eventuali modifiche. È necessario un percorso condiviso. Lo pretendo perché non voglio incorrere di nuovo in un problema di difficile gestione».

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