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Via Poma in tv la sera prima del processo

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Il 23 novembre su Canale 5 il delitto di Simonetta Cesaroni. Il 24 l'udienza d'appello

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Ilprocesso d'appello per l'omicidio di Simonetta Cesaroni, per il quale il 26 gennaio scorso è stato condannato in primo grado l'ex fidanzato Raniero Busco, comincerà il 24 novembre a piazzale Clodio. La fiction sul delitto andrà in onda la sera del 23. Poche ore di distanza fra la fantasia e la realtà, fra lo sceneggiato di Canale 5 diretto da Roberto Faenza e il nuovo dibattimento che dovrà confermare o smentire la sentenza emessa nell'aula-bunker di Rebibbia contro il motorista Alitalia. Un verdetto pesante e oggetto di accese polemiche, che ha colpito Busco e la sua famiglia a vent'anni di distanza dai fatti soprattutto sulla base delle perizie tecniche. Molti hanno tirato in ballo un'altra fiction, evocando la «sindrome di Csi», cioè l'eccessivo affidamento ai nuovi strumenti scientifici in mancanza di testimonianze schiaccianti e di ulteriori riscontri. Ma questo non ha salvato il meccanico di Morena da una condanna a 24 anni di reclusione, una pena che comprende l'accusa di crudeltà sul corpo della povera vittima. Il tv-movie è interpretato da Giulia Bevilacqua, Silvio Orlando, Michele Alhaique, Giorgio Colangeli ed è stato prodotto dalla Taodue di Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt per Mediaset. La fiction avrà due anteprime a Roma, una all'Università Cattolica e l'altra alla Sapienza. Il film è stato girato quest'estate con il primo ciak il 7 agosto, proprio lo stesso giorno del mese in cui Simonetta venne massacrata con 29 colpi di tagliacarte negli uffici degli Alberghi della gioventù di via Poma 2, nel rione umbertino di Prati. Ma la protagonista sarà Paola, la sorella maggiore che scoprì il corpo senza vita dell'impiegata ventunenne la sera di quel maledetto martedì d'estate. A vestirne i panni, Giulia Bevilacqua. Silvio Orlando indosserà quelli dell'investigatore, mentre Giorgio Colangeli avrà il compito (non facile) di recitare il ruolo di Pietrino Vanacore, il portiere dello stabile suicida nel 2010. Alla notizia della sua lavorazione, il legale storico della famiglia Busco, Paolo Loria, che davanti ai giudici d'assise d'appello sarà affiancato dal «mostro sacro» dei penalisti italiani Franco Coppi, ha cercato di bloccare la fiction, esprimendo pubblicamente il suo dissenso. Ma la sceneggiatura firmata da Faenza, Antonio Manzini e Valsecchi è diventata ugualmente un film. C'è chi sostiene che possa influenzare l'opinione pubblica e persino i giudici. La televisione vince sulle remore della difesa, la finzione (fiction questo significa in inglese) trionfa sulla realtà.

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