Scontri e saccheggi: tre identificati dei centri sociali
È da venerdì scorso che la procura di Roma sta esaminando un'informativa delle forze dell'ordine sugli scontri degli indignati. Altri tre vandali che hanno messo a ferro e fuoco la Capitale il 15 ottobre sono finiti nel mirino dell'intelligence che sta indagando per individuare i responsabili della guerriglia. L'ultimo incartamento arrivato sulla scrivania dei pm romani, fa riferimento a tre cinquantenni che fanno parte dell'ambiente antagonista romano. Nei loro confronti gli investigatori hanno già ipotizzato i reati di devastazione e saccheggio, accuse che potrebbero far scattare una condanna fino a 15 anni di reclusione. A questi tre violenti, l'intelligence è arrivata grazie all'esame di foto e video girati duranti gli scontri avvenuti in via Cavour, dove sono stati distrutti negozi, supermercati, banche e auto. I tre appartenenti a un centro sociale romano sono finiti nel mirino degli inquirenti dopo un'attenta analisi del materiale raccolto nelle ore successive agli scontri. Centinaia e centinaia di fotografie e fotogrammi sono da giorni sotto la lente d'ingrandimento di polizia e carabinieri. Comparazioni con chi ha precedenti penali e con chi frequenta ambienti «caldi». Adesso gli inquirenti, diretti dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti, dovranno esaminare l'informativa degli investigatori e decidere se chiedere o meno al gip nelle prossime ore l'arresto di questi tre soggetti identificati dalle forze dell'ordine. Queste ultime, infatti, hanno già scritto i nomi e i cognomi nero su bianco di chi avrebbe commesso atti di vandalismo sabato pomeriggio in via Cavour e in via Labicana. Ma non finisce qui. Nel mirino degli inquirenti ci sono altre decine di sospetti che avrebbero aggredito polizia e carabinieri nel centro storico e a San Giovanni. Tra questi, anche chi, oltre a Leonardo Vecchiola, avrebbe partecipato all'assalto e all'incendio del blindato dei carabinieri, dove ha rischiato di perdere la vita un militare, che fortunatamente è riuscito a scendere dal furgone in tempo, cioè prima che le fiamme distruggessero il mezzo dell'Arma. A distanza di dieci giorni dal terribile sabato che ha devastato la città eterna, alcuni gruppi che hanno partecipato alla manifestazione contro le decisione economiche prese dal governo italiano, avrebbero già intenzione di tornare in strada. Una scelta che sta già circolando su internet, dove, ad esempio, i «Draghi ribelli» hanno già annunciato che avrebbero intenzione di manifestare domani a piazza Campo de' Fiori contro le iniziative dell'ex presidente di Bankitalia Mario Draghi, contro il numero dell'Abi e contro il ministro dell'Economia Giulio Tremonti.