«Arroganza inammissibile»
Ilvicepresidente della giunta del Lazio e assessore all'Urbanistica (Udc) definisce incomprensibile l'impugnativa del governo rispetto ad alcuni commi della legge regionale. Onorevole Ciocchetti vi aspettavate un epilogo del genere? «Sapevamo che c'erano posizioni diversificate all'interno del governo e in particolare del Ministro dei Beni culturali che già durante la discussione e l'approvazione in Consiglio regionale con un intervento a gamba tesa. Speravamo tuttavia che, nella logica del rispetto istituzionale, ci si potesse confrontare giuridicamente e tecnicamente e invece gli uffici del ministero si sono sempre rifiutati di incontrarci, così come il ministro Galan ha rifiutato l'incontro con la Polverini. Quello del governo nazionale nei confronti del governo della Regione Lazio è stato un atto di arroganza e di mancato rispetto istituzionale». Non è la prima volta che il ministro Galan attacca la Capitale, c'è chi dice che lo faccia per recuperare qualche voto in Veneto, dove la Lega ormai la fa da padrona. Crede sia questo il caso? «Spero proprio che la politica non sia scesa così in basso. Vorrei che il governo desse pari opportunità ai cittadini italiani e, ai cittadini laziali gli stessi diritti di quelli veneti. Non ci possono essere cittadini di serie A e cittadini di serie B. Perché il veneto con 117 chilometri di coste ha 58 porti e il Lazio con 361,5 chilometri ne deve avere solo 43? Questo è un punto serio sul quale rimaniamo perplessi e sconvolti». Insomma, secondo Lei è un atto politico, non giuridico? «Ho la convinzione che si è voluta punire la Regione Lazio e contrastare la sua crescita. La stessa considerazione vale anche sulle contestazioni effettuate in merito alle deroghe per i piani paesistici per la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, che prevedono che la regione acquisisse, per l'espressione del proprio parere proprio una intesa con il Mibac». Adesso cosa accadrà al Piano Casa? «Presenteremo la documentazione tecnica e giuridica alla Corte Costituzionale. Riteniamo non ci sia alcun motivo di incostituzionalità. Voglio ricordare che le competenze della pianificazione fanno capo costituzionalmente non allo Stato ma al governo del territorio, che è competenza specifica delle Regioni. Il Piano comunque resta interamente in vita, anche nei commi impugnati, perché di commi si tratta. Poi la Corte si pronuncerà solo su questi ultimi. Non è vero dunque che il piano si ferma. Non c'è nessuno stop». E i rapporti con la presidente Polverini? «Abbiamo ottimi rapporti. Renata ci ha messo la faccia su questo provvedimento e ha dimostrato di andare oltre l'appartenenza politica nell'interesse dei cittadini del Lazio». Sus. Nov.