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Braccio di ferro tra Gemelli e Codacons

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Alcentro della richiesta dell'associazione «alcuni clamorosi casi di contagio che vedono coinvolti bambini nati presso il nosocomio, ma che non sono mai transitati per il reparto di neonatologia». «Esistono casi di bambini nati al Gemelli, risultati positivi ai test Tbc, ma che non sono mai stati nel nido del reparto di neonatologia - si legge nella richiesta del Codacons - Tale circostanza può portare a una duplice conclusione: o l'infermiera non ha svolto servizio solo nel nido del reparto o vi sono altri e ulteriori possibili veicoli di trasmissione». Il Codacons chiede «il sequestro preventivo della struttura ospedaliera, almeno fino a quando non si siano effettuati controlli nei locali e visite a tutto il personale medico e infermieristico o almeno il sequestro preventivo dei reparti dove sono transitati i neonati». Nella richiesta vengono citati due nuovi casi di contagio avvenuti, secondo le denunce, lontano dal reparto neonatale dove lavorava l'infermiera. I casi riguarderebberp due bimbi nati il 12 giugno e il 14 giugno e risultati positivi alla Tbc. Il Policlinico Gemelli dal canto suo ha presentato ricorso presso il Consiglio di Stato chiedendo la riforma dell'ordinanza del Tar del Lazio del 28 settembre che ha ritenuto illegittimi i provvedimenti della Regione con in quali l'indagine epidemiologica per il controllo e la sorveglianza della Tbc era stata limitata ai bambini nati a partire dal gennaio 2011. Con il ricorso il Policlinico, che non era stato coinvolto nel procedimento al Tar, «intende rappresentare all'Autorità Giudiziaria che un allargamento dello screening rispetto all'ambito definito dalla Regione e a suo tempo determinato in coerenza con le linee guida sarebbe di incerto fondamento scientifico e non potrebbe essere posto in correlazione» con l'episodio l'infezione da Tbc rilevata a luglio sull'infermiera. «Un'indagine epidemiologica retrospettiva di una tale estensione temporale non potrebbe essere limitata ai soli nati presso il Gemelli - dice una nota del Gemelli - Il Policlinico ha domandato la sospensione del provvedimento e l'immediata fissazione di un'udienza per l'esame del ricorso. Si ribadisce che eventuali casi di positività al Quantiferon (che non indica la malattia ma il contatto col batterio) rilevati al di fuori dello screening deciso dalle autorità competenti non possono considerarsi univocamente associati a un'esposizione ospedaliera, dal momento che andrebbero valutate tutte le altre potenziali fonti dell'eventuale infezione». Dan. Dim.

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