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MrFriends contro l'antialcol

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Ferracci, proprietario della nota catena di bar: «Ordinanza inutile. Nasconde solo il problema»

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Nonusa mezzi termini Federico Ferracci, proprietario della catena Friends - tra cui quelli di piazza Trilussa e piazza Fiume - stanco di vedere prendere provvedimenti dall'Amministrazione comunale più di facciata che di sostanza. «Perché l'anti alcol così come l'anti vetro, spiega, non limitano il fenomeno, semplicemente lo nascondono». Ferracci è stato il primo proprietario di un locale capitolino a prendersi una denuncia penale perché non aveva impedito a un cliente di uscire dal locale con un bicchiere di vetro. «Ma cosa faccio io, il poliziotto?», si domanda. «Lo stesso mi accade per l'ordinanza anti alcol». Ho affisso dei cartelli all'interno dei miei locali per ricordare ai clienti che dopo le 23 non possono uscire portandosi dietro bevande alcoliche. In linea di massima l'ordinanza viene rispettata, ma se questo non accade e io mi azzardo a ricordare al cliente che non può uscire mi sento rispondere, giustamente, di farmi gli affari miei perché non sono nessuno per impedire a una persona di varcare l'uscita». Il problema però, per Ferracci, è ancora più complesso. «Se l'ordinanza c'è deve valere per tutti gli esercizi. Cosa dire, invece, di quei finti laboratori artigianali che invadono il centro e che con la scusa di vendere panini, pizza e altri prodotti stanno aperti fino a notte inoltrata (loro non devono osservare il nostro orario di chiusura, le 2 di notte n.d.r., proprio perché attività artigianali) per vendere, in realtà, bevande alcoliche». Per non parlare poi dei locali che aprono senza avere neanche la licenza, per i chioschi totalmente illegali, per le frutterie gestite dagli stranieri che smerciano birra oltre l'orario di chiusura. «Figurati che quest'estate a Ponte Sisto c'era un tizio che faceva le salsicce con la brace...», ricorda Federico. L'ordinanza, inoltre, «non impedisce che i ragazzi continuino ad ubriacarsi come accadeva prima». Ferracci prova a spiegare perché, almeno secondo il suo punto di vista. «Se i locali chiudono tutti alle 2 di notte, significa che alle 2 meno un quarto la gente si affretta a bere le ultime cose e fa il pieno di alcol. Poi migliaia di persone - solo a Trastevere ci saranno 300 locali - si riversano sulle strade ubriache. Così sì che c'è il pericolo che ci scappi la rissa. Bisognerebbe prevedere degli orari di chiusura più elastici, in modo che le persone escano piano piano e, soprattutto, che non bevano alcol troppo in fretta».

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