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Sul segretario l'accordo non è nanche di facciata

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NelPd Lazio almeno su una cosa sono tutti concordano: l'intesa sul segretario regionale al momento non c'è. Gli strascichi della velenosa riunione del coordinamento politico di martedì sono ancora evidenti. E i nervi scoperti. «L'accordo non c'è. L'altra sera al coordinamento non si è discusso sulla candidatura di Gasbarra, ma esclusivamente sul percorso da intraprendere unitariamente, e mi pare che questo sia un bel segnale. Nel corso della riunione è stato anche scelto il 26 di novembre come giorno dell'assemblea per gli adempimenti statutari per l'elezione del nuovo segretario regionale. Ci sono ancora cinque settimane per un confronto che mi auguro ampiamente condiviso sulle idee, sulla piattaforma politica e di conseguenza sulla proposta per il nuovo segretario», dice il capogruppo Pd alla Pisana Esterino Montino. Il suo antagonista, il franceschiniano Luigi Zanda, concorda: «Nella riunione del coordinamento politico convocata dal commissario Chiti non è stato raggiunto alcun accordo su nessun nome. Né sarebbe potuto essere diversamente, ci mancherebbe altro che decisioni di questa importanza politica venissero assunte da una decina di dirigenti di partito nel corso di una riunione notturna. Eleggere un segretario regionale secondo gli adempimenti statutari è ora la priorità del Pd Lazio. Ma questo deve avvenire, come raccomandato da Bersani, con una condivisione quanto più larga possibile. E anche dando seguito alle decisioni della direzione nazionale sul commissariamento del Lazio». Marco Di Stefano (area Letta) esorta Chiti a far partire l'iter per le primarie: «A luglio aveva preso l'impegno di avviare, entro il 15 ottobre la procedura per l'organizzazione delle primarie. Noi siamo ancora tenacemente convinti che quella delle primarie sia la strada maestra per eleggere il segretario. Poi, se una larga maggioranza dell'assemblea, il 26 novembre dovesse eleggere direttamente un nuovo segretario (e sempre nella speranza che ci siano più candidature), tanto meglio». Michele Meta e Giovanni Carapella (area Marino) chiedono a Chiti di far «rispettare rigorosamente statuto e regole». Intanto ha provocato più d'un mal di pancia una lettera del segretario romano Miccoli e del presidente dell'assemblea romana Patanè inviata a dirigenti ed eletti per diffidarli «a utilizzare il simbolo del Pd per iniziative e prese di posizione non condivise e concordate con la Federazione Romana o con i Coordinamenti municipali o con i circoli territoriali di competenza».Dan. Dim.

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