La lente della Procura su Consob e Bankitalia
Trovato il tesoretto di 7 milioni di Torreggiani
Ilcaso-Lande, l'inchiesta sulla megatruffa ai danni di vip e professionisti della Capitale attribuita a un gruppo di operatori finanziari capeggiati da Gianfranco Lande (ribattezzato il «Madoff dei Parioli»), da ieri segna un nuovo capitolo. Il pubblico ministero Luca Tescaroli ora è intenzionato a verificare la corretta funzione di vigilanza esercitata da Consob e di Bankitalia in relazione alla megatruffa da circa 300 milioni di euro, per la quale è sotto processo Gianfranco Lande, mentre Roberto Torregiani, Raffaella e Andre Raspi e Giampiero Castellacci di Villanova hanno concordato per le forme di patteggiamento. Sotto la lente di ingrandimento del magistrato è finito anche il ruolo di Carispaq, istituto di credito al quale faceva riferimento Lande, e la società Deloitte. Gli accertamenti, in particolare per quanto riguarda la Consob, hanno preso spunto da un esposto presentato in forma anonima il 17 luglio 2009 all'organismo di vigilanza della Borsa nel quale erano segnalati i dettagli della truffa attuata da Lande, all'epoca responsabile di Egp, e dagli altri operatori finanziari. Il pubblico ministero vuole capire perché l'attività ispettiva della Consob sia cominciata solo dopo le prime perquisizioni disposte all'autorità giudiziaria. In merito a Bankitalia, invece, il magistrato vuole verificare se siano state attivate le iniziative di competenza in materia di antiriciclaggio. A causa di questa indagine il pubblico ministero Tescaroli, che rappresenta l'accusa al processo in corso in questi giorni contro il solo Gianfranco Lande, si opporrà alla richiesta delle parti civili di citare Consob, Banca d'Italia, Carispaq e Deloite come responsabili civili. E questo proprio perché intende prima accertare l'attività svolta dai due organismi. Intanto il lavoro del magistrato avrebbe portato a una nuova scoperta: i soldi di Roberto Torregiani erano in Svizzera. Gli inquirenti e i militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza hanno recuperato oltre sette milioni di euro, tra contanti e titoli riconducibili a quello che è uno dei principali imputati nel processo per le truffe a vip del «Madoff dei Parioli»: Roberto Torreggiani. I fondi, ormai sotto sequestro della magistratura, sono titoli per un valore di quasi 6,5 milioni di euro e denaro contante, depositato in due conti correnti da 300 mila euro ciascuno. Il pm Tescaroli è risalito a queste provviste di Torregiani partendo dalle testimonianze raccolte in Svizzera con rogatoria internazionale di una consulente del Credit Agricole e di una ex responsabile amministrativa della Egp Suisse. Sulla base delle verifiche e dei riscontri effettuati il pubblico ministero ha chiesto ed ottenuto il sequestro, dei conti con i sette milioni di euro, da parte delle autorità della Confederazione elvetica.