Il principe e il popolo urlano no
Un'unicofiume di contestazione ha riunito ieri alla Pisana la gente di Riano, Fiumicino, Pizzo del Prete, Corcolle e San Vittorino, le località scelte dal commissario Pecoraro per ospitare il dopo-Malagrotta. Cittadini vestiti con sacchi della spazzatura «perché siamo trattati come rifiuti umani», bambini che portano striscioni «Difendiamo la nostra salute», bandiere dei sindacati e dei movimenti: in centinaia hanno approfittato della seduta straordinaria del Consiglio sui rifiuti per far sentire la propria voce. No alle discariche e agli inceneritori, sì invece alle politiche di riciclo, riuso e differenziata: questo il messaggio lanciato dai manifestanti. Molte le bandiere del «Comitato Rifiuti Zero», tantissimi gli striscioni con le scritte «Pecoraro monnezzaro» e «Non tagliate il futuro ai cittadini di Riano». C'è anche chi ha stampato su un grande foglio una mappa satellitare della cittadina sulla Flaminia, con indicate le distanze tra il sito della discarica e le abitazioni: «Ce ne sono anche a 100 metri», spiegano. Mentre i consiglieri regionali discutevano in Aula, il gruppo dei manifestanti cresceva a vista d'occhio. Hanno raggiunto il Consiglio anche con pullman organizzati. Lì fuori hanno ascoltato la seduta attraverso gli altoparlanti, una delegazione è stata fatta accedere in Sala Mechelli dove ha assistito ai lavori consiliari da un maxischermo. Tutta gente comune, ma anche un blasonato dal sangue blu. Sul piazzale, con zaino e striscione per dire «no alla discarica a Corcolle», c'era il principe Urbano Barberini: «Vogliono realizzare una discarica a pochi chilometri da siti archeologici di rilevanza mondiale come il borgo medievale e Villa Adriana». Urbano Barberini nella zona di San Vittorino (VIII Municipio di Roma) possiede un castello e un'azienda agricola che produce olio e miele biologico. Non lontano dall'area in cui da poco è stata individuata una delle due discariche che sostituirà Malagrotta. «Il progetto di fare una discarica a San Vittorino Corcolle è scellerato. Non si può risolvere un'emergenza creando un'altra emergenza. A 30 metri da lì c'è un fiume affluente dell'Aniene che esonda ogni anno e produrrebbe una discarica galleggiante. Le aziende verrebbero distrutte perchè perderebbero la certificazione biologica». Non sono mancati attimi di tensione con le forze dell'ordine, quando alcuni manifestanti hanno bloccato l'ingresso principale della Pisana. Nel pomeriggio poi l'occupazione della Sala Mechelli: «Da qui non ce ne andiamo», ha promesso Andrea Cavola del coordinamento dei comitati «Rifiuti Zero per il Lazio». «Abbiamo assistito al dibattito - ha spiegato - e abbiamo registrato il disprezzo totale della giunta Polverini nei confronti di qualsiasi tipo di confronto con i cittadini e nei riguardi delle mozioni presentate dall'opposizione. La nostra reazione sarà durissima. Questa non è casa della Polverini. Lei è ospite». Dan. Dim.