E nei licei è già nato il mito del 15 ottobre
Com'era prevedibile gli eroi negativi di sabato scorso, in alcuni licei della Capitale (quelli più politicizzati e generalmente contro) hanno riacceso la miccia della protesta nonché l'allergia al tran tran quotidiano in classe fatto di lezioni, interrogazioni e noia. Non è un mistero che tra i denunciati per gli scontri ben sei sono ragazzini delle superiori. E che in piazza, tra i teppisti di San Giovanni, tantissimi fossero liceali. Ecco spiegato il grande interesse compresa una pericolosa mitizzazione della gesta degli eroi in nero. Per chi non è insensibile a quest'affascinazione, la data del 15 ottobre segna uno spartiacque. Niente più sarà come prima, la strada della violenza «necessaria» diventa l'unica perseguibile, la sola che darà risultati concreti nel futuro. E la protesta pacifica è roba da «pecore» come i black bloc hanno chiamato gli indignados. In tanti istituti ieri le assemblee sono state spontanee per parlare di quello che è successo. Gli eventi hanno scosso, c'è voglia di capire e di confrontarsi. In molti hanno condannato, tanti non se la sono sentita. Tra collettivi e assemblee spontanee di studenti s'andrà avanti per tutta la settimana. Perché la Giornata della Rabbia è degenerata in Odio? «C'è qualcuno che mitizza quella manifestazione - ha detto Lorenzo del liceo Socrate - Pensano sia il modo giusto per far sentire la loro frustrazione, la loro rabbia. Ma la violenza non porterà al cambiamento». Per Dario del Visconti appiccare fuoco alle auto e sfondare le vetrine sono «gesti ingiustificabili. La violenza non è altro che la conseguenza dell'esasperazione». Alessandro del Plauto è convinto che ci sono state «azioni premeditate» ma a far scatenare la devastazione è stata una «reazione di autodifesa»: «Ci sono state cariche a manetta - ha raccontato - uno spiegamento di forze imponente e sproporzionato che ha contribuito a scaldare ulteriormente il clima. A manifestare c'erano famiglie, donne e bambini. Il comportamento della Polizia ha influito non poco». «La rabbia è legittima - ha commentato Giulio del classico Orazio - ma ci sono stati attacchi ingiustificati come incendiare le automobili. Così non si è andato a colpire i veri nemici. Con le banche, il discorso è diverso: erano dei punti nevralgici, luoghi simbolo responsabili di questa crisi». È presto per sapere se ci sarà l'escalation di violenze annunciata dai neri. Se così fosse con quale coraggio mandaremo i nostri figli ancora in piazza?