Cinque mesi per un'elettrocardiogramma
Magliasfilata al San Giovanni evangelista di Tivoli, che pure primeggia in tre diverse file nell'ultimo report, aggiornato a settembre, stilato dal Cup regionale. Il nosocomio tiburtino, infatti, fa tirare il fiato per ben cinque mesi agli utenti bisognosi di una spirometria (ma anche a quelli in lista per un elettrocardiogramma dinamico). E l'attesa per effettuare un esofagogastroduodenoscopia è lunga quanto il nome dell'esame: 109 giorni. Quasi la metà, in ogni caso, rispetto ai 202 giorni richiesti alle utenti del Poliambulatorio di Capena per potersi sottoporre ad una mammografia. Analoga fila (209 giorni) incolonnata a Subiaco per chi ha bisogno di un eco-doppler degli arti. Ma l'Angelucci, che dal primo ottobre è in attesa di sapere come verrà riconvertito, non è il solo ospedale indicato dal decreto-Polverini a vedersi lievitare le liste d'attesa (e diminuire il personale: dopo il «prestito» degli infermieri a Tivoli ora è iniziato anche quello dei medici dal reparto di Geriatria verso il San Giovanni evangelista). Anche al Santissimo Gonfalone di Monterotondo si devono attendere ben 111 giorni per una visita ortopedica. Così come al Santissimo Salvatore di Palombara Sabina ci sono da attendere quasi 5 mesi per un'ecografia del capo (145 giorni). Ma nel nosocomio sabino ormai si contano le settimane: ieri è infatti iniziata la terza consecutiva del presidio dei cittadini. Il comitato civico, che giovedì scorso è stato ricevuto anche dal ministro della Salute Ferruccio Fazio, chiede «di dare attuazione al protocollo d'intesa del 2006 per una vera Casa della Salute, che non può fermarsi a 3 sole unità operative semplici», previste dalla proposta del nuovo atto aziendale dell'Asl RmG: Medicina d'urgenza, degenza infermieristica e radiologia. Antonio Sbraga