La banda dei bulli detta legge a scuola. Prof in ospedale
Giovanissimi e bulli. La scuola, con loro, è diventata l'inferno. Dopo l'ultima aggressione, una professoressa colpita nell'occhio con una biglia di pongo dura come il cemento è finita al Pronto Soccorso, è cominciato l'esodo di alunni ed insegnanti verso altri plessi. E mentre i genitori, stanchi di vedere i loro figli tornare a casa in lacrime, lividi e marchiati di morsi su braccia e guance, si sono presentati in blocco dai carabinieri, si è attivato anche il XIX Municipio, all'orizzonte si profilerebbero lezioni di legalità tenute proprio dalle forze dell'ordine. Succede alla scuola media statale Ranaldi in via di Torrevecchia, a Primavalle. Due sezioni, per un totale di sei classi, in balìa di otto, dieci studenti sui quattordici anni, ripetenti, sopra le righe. Il climax di violenze ha raggiunto il suo apice venerdì scorso, quando la povera professoressa è finita all'ospedale con la palpebra tumefatta. Un suo alunno, uno dei bulletti, ha mirato dritto in volto. Retina lesionata, tre giorni di prognosi. In attesa di tornare in cattedra, ha sporto denuncia. Come anche i genitori, che proprio dopo questo, ennesimo episodio di quotidiana violenza scolastica, mercoledì hanno presentato un esposto alla Stazione dei Carabinieri di Montespaccato ed al Commissariato di Primavalle. Cinquanta firme che testimoniano settimane di molestie e prepotenze. Banchi scaraventati fuori dalla finestra. Sedie ed estintori contro i professori. Coltelli a serramanico esibiti in bagno, quando «è il momento di pagare per fare pipì», volti coperti coi passamontagna. Mutande abbassate tra un'interrogazione e l'altra. Bestemmie a ripetizione. Calci. Sacchi dell'immondizia al collo: un bambino l'altro mese ha rischiato di soffocare. Nel giugno scorso, ben dieci insegnanti, senza far mistero delle reali motivazioni, hanno chiesto ed ottenuto dal Ministero dell'Istruzione il trasferimento. Lì non ci hanno messo più piede. Quelli che ancora alla Ranaldi insegnano, invece, stanno studiando soluzioni: «Nessuno vuole rischiare il posto – spiegano – ma se la dirigente non interverrà, ci rivolgeremo al Provveditorato, o direttamente alle forze dell'ordine. La situazione è invivibile, e comunque non si riesce a portare a termine il programma». Quanto ai genitori, sono corsi ai ripari. Circa trenta alunni, proprio in queste settimane, sono migrati in altri plessi. Alcune classi contano ormai solo 10 ragazzi. «Era impossibile lasciare i nostri figli lì – spiegano oggi, più sereni – avevano paura anche ad andare in bagno, e poi non studiavano». La preside non ritiene di dover intervenire nel dibattito. «È impegnata», anticipa ogni domanda il suo segretario. «Questo è un altro dei problemi – non si sorprendono i genitori – è chiusa nel suo bunker e gliele fa passare tutte lisce, al massimo infligge sospensioni». Dopo gli esposti, ci si muove su più fronti. Mentre Benito Peri, assessore alle politiche scolastiche del XIX Municipio, ha interessato del caso il Commissariato di Primavalle, che presidia con tre volanti l'entrata e l'uscita da scuola, si sta pensando di introdurre, tra una lezione di storia ed italiano, anche l'ora della legalità.