Badanti per nonni e disabili pagati dal Comune
Badanti "laureati" per anziani e disabili h24 pagati dal Comune. Non badanti qualsiasi. Ma assistenti domiciliari personali, ritagliati sulle singole esigenze di nonni e portatori di handicap. E la notizia è che il servizio di qualità fa risparmiare. Perché non si spendono più soldi a vanvera ma sui bisogni reali. È una delle novità della Riforma dell'assistenza domiciliare, presentata ieri mattina, ai Musei Capitolini, dal sindaco Gianni Alemanno: «L'assistenza domiciliare è alla base dell'integrazione socio-sanitaria, obiettivo che da sempre ci poniamo» ha detto il primo cittadino. Una rivoluzione l'ha definita il vicesindaco e assessore alle Politiche sociali di Roma Capitale, Sveva Belviso. Cui sono chiamati a dare i voti i romani. «Controlliamo il lavoro svolto con la partecipazioni delle famiglie - conferma Belviso - i nuclei familiari fanno parte della commissione di valutazione del periodo sperimentale», partito il 1 ottobre nei municipi II, IV, VIII e XIII; in tutti dal 1°marzo 2012. «La riforma che abbiamo presentato oggi ha dato il via a una riforma storica, cambierà radicalmente l'assistenza domiciliare per anziani e disabili» ne è convinta Belviso che annuncia che «da qui a sei mesi arriverà quella sui minori». Niente tagli. Migliori frutti. E più assistiti. Finora ogni anno si spendevano 64 milioni di euro per l'assistenza domiciliare degli 8.512 cittadini romani (21 milioni per 4025 anziani e 43 milioni per 4487 disabili), con una spesa media annua di 9583 euro pro capite per i disabili (Saish) e 5217 per gli anziani (Saisa) e una lista di attesa di 5377 utenti (1702 per il Saish e 3675 per il Saisa). «Con gli stessi soldi ne assisteremo 1.700 in più, il 30% in più» dice Belviso. Come? Evitando il fai-da-te nei municipi, dove si poteva passare da 2mila euro a 12 mila per l'assistenza agli anziani, o da 4.500 a 19 mila per quella ai disabili. «Uniformando il servizio in tutti i municipi - spiega il vicesindaco - riducendo gli sprechi e suddividendo equamente le risorse si ristabilisce il principio di equità sociale. E abbattiamo le liste d'attesa». La rimodulazione del sistema basata su un'eguale suddivisione delle risorse, consentirà di ottenere circa 15 milioni di euro annui grazie ai quali gli anziani assistiti, in base alle stime che verranno verificate durante la sperimentazione, aumenteranno del 31,5% e i disabili del 28%, con un abbattimento medio delle liste d'attesa del 30%. Viene introdotta l'opzione di scelta tra assistenza diretta e indiretta, a seconda della richiesta dell'utente. Tra le novità anche i gruppi di lavoro: l'assistenza per un massimo di 5 persone. E c'è la possibilità di un contributo per l'assistente personale h24. Mai più assistenza-lampo. E non è solo un fatto di tempo. «Il progetto deve essere personalizzato - spiega ancora il vicesindaco Belviso -. Non sarà tanto legato all'orario, importante è che si faccia bene quello che è stato stabilito per quella quella persona». Per questo viene inserito un meccanismo di controllo. Cui partecipano anche le famiglie. «Viene registrato l'orario di entrata e uscita da una casa con un palmare. La famiglia darà i voti sul servizio». Una riforma che fa bene a chi ha bisogno e a chi lavora. Si supera il precariato, spiega Belviso. «Per la prima volta - dice - il Comune accredita gli enti gestori sul modello sanitario. Le persone hanno la stabilità di lavoro».