Fronda Pdl «okkupa» l'Aula Giulio Cesare
Lagiornata di ieri è stata infatti, in un certo senso, un ritorno al passato, quando al governo capitolino c'era il centrosinistra e la "fronda" interna di Action dava spesso spettacolo dentro e fuori l'Aula. Stavolta però si gioca a parti inverse. A protestare sono stati circa 50 ragazzi dell'Associazione «Noi Oltre». Il motivo? La dismissione di 15 mila appartamenti dell'Enasarco. Fin qui c'è poco di strano. Quello che invece ha fatto prima sospendere e poi rinviare la seduta dell'Assemblea è stato non tanto il "fracasso" dei manifestanti (sarebbe bastata una breve sospensione e l'allontanamento dei ragazzi dall'aula) quanto il patrocinante. Sul volantino che veniva distribuito campeggiava bello e buono lo stemma del Pdl, il nome del consigliere e presidente della commissione al Commercio, Ugo Cassone, al quale è riconducibile tra l'altro la battagliera associazione. Una protesta sposata in pieno dal consigliere capitolino, vicino al sindaco. «Enasarco ormai è un problema anche politico e si sta mostrando in tutta la sua drammaticità. È necessario un intervento concreto da parte delle istituzioni, chiediamo l'elenco degli inquilini perché ci sono tanti parenti di sindacalisti e ministri che hanno casa senza alcun titolo, mentre Roma versa in stato di bisogno». La levata di scudi del presidente della commissione Commercio, al di là del merito della protesta, ha avuto tre effetti domino: il rinvio della delibera taxi a lunedì; l'ufficializzazione dei malumori di altri due consiglieri del Pdl, Giuseppe La Fortuna e Pasquale De Luca; e regalare "munizioni" fresche all'opposizione. Il rinvio del voto definitivo sul regolamento taxi può essere letto come provvidenziale. L'accordo di massima c'è ma sono ancora i dettagli a creare qualche problema. Dure, e ancora tutte da valutare le dichiarazioni dei due consiglieri Pdl. «Esprimo sdegno e sgomento per l'occupazione della sede istituzionale di Roma Capitale e dichiaro - dice La Fortuna - la mia volontà a non votare più i documenti di consiglio». Stesso tono di Pasquale De Luca: «Se questa è la maggioranza ho forte disagio a riconoscermi in essa». Luendì il Consiglio dedicherà un'ora di lavori all'accaduto. Dopo, la sentenza di Pomarici che non sarà tenera. E probabilmente neanche l'unica. C'è già chi ha chiesto provvedimenti disciplinari da parte del partito per l'utilizzo del simbolo.