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I ballerini di tango contro i manifestanti

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Ecosì stamani il flash mob previsto all'interno della sede della banca del Credito Italiano in via del Corso a Roma è sfumato. Alcuni ballerini, contattati per dare vita al blitz, all'ultimo minuto si sono rifiutati di esibirsi prendendo le distanze dai motivi dell'iniziativa. Avrebbero dovuto ballare il tango perché, nelle intenzioni degli organizzatori della protesta, «il futuro dell'Italia sarà come quello dell'Argentina». ma la cosa non è andata giù ai tangueri che in realtà non conoscevano i reali motivi della protestano e avevano provato per giorni la coreografia da «improvvisare» in piazza pubblicamente ignari dei contenuti reali e delle intenzioni finali dell'azione dimostrativa di protesta. «Ci siamo rifiutati - spiegano i ballerini che hanno voluto chiarire l'accaduto - perché quando abbiamo visto i volantini, in cui si invitavano i cittadini a ribellarsi, non eravamo d'accordo: questa per noi è istigazione a delinquere e non eravamo stati informati di questo tipo di protesta, che avrebbe assunto dei toni completamente diversi dallo spirito con cui noi invece noi avremmo ballato». Insomma, «Tangueri sì, indignados no» è diventato d'un tratto il motto della loro partecipazione in strada. Di tutt'altro tenore, invece, un secondo fuoriprogramma che si è verificato nella Capitale nel giorno degli indignados. Un manifestante che partecipava al presidio è stato colto da un malore, in seguito a momenti di tensione con alcuni funzionari della polizia a piazza Santi Apostoli. L'uomo, Gaetano Ferrieri, in sciopero della fame, è rimasto a terra per diversi minuti. Ma quando si è ripreso non sembra aver potuto rivere subito assistenza medica. Sulla pagina Facebook «Presidio ad oltranza davanti a Palazzo Montecitorio» è stato pubblicato un filmato dell'episodio con un post in cui si legge che l'uomo, dopo essersi rialzato «viene condotto con forza in un'auto della polizia nonostante ci fosse un'ambulanza per lui. Solo successivamente viene portato in ospedale dove rifiuta il ricovero». «Scortato in questura - si legge ancora nel post - successivamente rilasciato ritorna in piazza».

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