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Doppio allarme rosso per sabato Indignados sotto intercettazione

Momenti di tensione davanti alla Biblioteca Nazionale

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Intercettati i black bloc del corteo di sabato. La tensione è alta. E anche nelle cuffie dell'intelligence. Da giorni le forze dell'ordine stanno ascoltando le conversazioni delle «teste calde» che parteciperanno alla manifestazione prevista fra tre giorni nel cuore della Capitale. Si tratta di intercettazioni preventive, necessarie per capire quali possono essere le intenzioni illegali dei manifestanti e tenere sotto controllo i luoghi dove si svolgerà il corteo che attraverserà la città. Non hanno valore di prova processuale, ma servono per evitare pericolo per l'ordine pubblico e per prevenire azioni violente. Il timore di chi dovrà sorvegliare migliaia e migliaia di studenti, e non solo, è che sabato si possa ripetere ciò che è accaduto lo scorso 14 dicembre, quando la città eterna fu messa a ferro e fuoco. Quando furono assaltati i blindati delle forze dell'ordine e finirono in ospedale sia uomini in divisa sia manifestanti che volevano pacificamente protestare contro il governo. E proprio perché la tensione è alta, chi ha il compito di organizzare la sicurezza della Capitale, questa volta ha deciso di raddoppiare i controlli. Prima e durante il corteo. Il sindaco Gianni Alemanno anche oggi, occasione del corteo davanti a Bankitalia, farà il punto sulle misure di sicurezza con il prefetto Giuseppe Pecoraro, con il questore Francesco Tagliente e il comandante provinciale dei carabinieri di Roma Maurizio Mezzavilla. I vertici delle forze dell'ordine stanno infatti scegliendo quali misure prendere contro chi ha intenzione di far diventare un far west la città e per garantire il normale svolgimento della manifestazione per chi invece di violenza non ne vuol sapere ma vuol far sentire la propria voce. Tra le misure che potrebbero essere prese, quella di creare due zone rosse intorno ai palazzi del potere e non una sola come accaduto per gli altri cortei «a rischio». Aprire e chiudere «a soffietto» le stazioni della metropolitana, cioè chiuderle durante il transito del corteo, riaprirle subito dopo e chiudere invece la fermata successiva, dove, a distanza di pochi minuti, arriverà il fiume di manifestanti. E così via. Dunque, la parola d'ordine è prevenire, tentare di evitare momenti di tensione e impedire che i rappresentanti di centri sociali e balck bloc possano creare disordini. In città è infatti previsto l'arrivo di centinaia di pullman da tutta Italia. E gli oltre duemila uomini che saranno in campo, in tenuta antisommossa, avranno anche il compito di controllare i mezzi che giungeranno dalle consolari principali della Capitale. Da nord a sud della città. Un lavoro necessario per verificare se nei pullman vengano trasportate armi e oggetti contundenti. Secondo quanto accertato fino ad oggi dall'intelligence, alcuni manifestanti starebbero organizzando anche manifestazioni non autorizzate: una dovrebbe partire dall'università «La Sapienza», un'altra invece da piazza del Popolo. E proprio qui le forze dell'ordine, da venerdì sera, potrebbero cominciare a presidiare piazzale Flaminio e le strade limitrofe. Quelle che appunto potrebbero dare accesso a una delle due zone rosse. Il clima è dunque incandescente. Nelle prossime ore saranno effettuati anche controlli lungo il tragitto che sarà autorizzato per bonificare le zone a rischio. E le intercettazioni preventive servono appunto a individuare possibili nascondigli scelti dai manifestanti violenti per occultare materiale pericoloso. Ieri, intanto, un centinaio di persone ha cercato di occupare la biblioteca nazionale, intenzione bloccata dall'intervento delle forze dell'ordine. Oggi, intanto, ci saranno le prove tecniche per sabato. Molte le strade chiuse alla circolazione: dalla stazioni Termini a piazza Venezia, comprese gran parte delle vie che confluiscono nella zona rossa.

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