Senza rastrelliere siamo costretti ad usare anche gli alberi
Arrivatia destinazione comincia la ricerca di un parcheggio. Ebbene sì. Il parcheggio non è un problema solo per gli automobilisti. Gli appassionati delle due ruote sono aumentati nella Capitale ma non così le rastrelliere per lasciare la bici, possibilmente in sicurezza e senza intralciare la circolazione. Le rastrelliere, diffusissime nei Paesi dove la bicicletta è un mezzo di trasporto amato e incentivato, sono nella Capitale una vera rarità. Quasi sempre si tratta dell'iniziativa di qualche albergo del centro storico con un direttore dalla sensibilità ecologista o, meglio, capace di interpretare le esigenze dei turisti. Girare la città sulle due ruote è un passatempo molto richiesto dagli stranieri. Lo confermano i noleggiatori delle due ruote che riferiscono anche le lagnanze sull'assenza di appositi parcheggi. Eppure le rastrelliere non sarebbero un grande onere finanziario per il bilancio capitolino ma sarebbero un incentivo in più per utilizzare il meno possibile l'auto con gran vantaggio per il traffico e l'inquinamento. Vicino a piazza Venezia, quindi nell'area più turistica e a maggior traffico, l'unica rastrelliera disponibile è a piazza Montecitorio, davanti a un albergo, ed è occupata dalle bici che l'hotel mette a disposizione dei clienti. Parcheggiare la due ruote significa quindi mettersi alla ricerca di un palo segnaletico o di una ringhiera. Nelle ore di punta è possibile trovare anche quattro bici agganciate allo stesso palo con un intreccio di catene. Che stress per un veicolo che dovrebbe essere il contro-stress per eccellenza.