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"L'infermiera malata di tbc non è l'unica fonte di contagio"

Incubo tbc a Roma, famiglie in ospedale per i test

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Il dubbio serpeggia da sempre tra gli addetti ai lavori e non. Ora viene stampato nero su bianco dagli esperti più autorevoli del settore. I sanitari sulla rivista online www.eurosurveillance.org esprimono forti perplessità sul fatto che l'infermiera malata di Tbc del Policlinico Gemelli di Roma possa essere stata l'unica effettiva fonte di contagio per i neonati del reparto maternità dello stesso nosocomio risultati positivi ai test di riferimento. Tra i nomi che sottoscrivono l'articolo spicca quello del primo firmatario Piero Borgia dell'Agenzia di sanità pubblica Regione Lazio (Laziosanità). Ci sono poi i professori Giovanni Fadda dell'Universita Cattolica, Aldo Morrone del San Camillo-Forlanini, Enrico Di Rosa della Asl Roma E, Lindo Zarelli dell'Ospedale Spallanzani. Nell'articolo si ricorda che i test per la tbc sono stati effettuati su 1.738 neonati definiti «esposti». Sulla base dei risultati preliminari su 1.343 bambini, l'8,8% di essi, pari a 118, è risultato positivo. Il test, si sottolinea ancora «ha mostrato positività in bambini in tutto l'arco dei 7 mesi per cui è stata definita possibile l'esposizione. Non ci sono particolari concentrazioni di positivi in periodi specifici e c'è una discreta frequenza di positivi a gennaio, periodo ritenuto a rischio estremamente basso. Se si ammette come unica fonte di contagio l'infermiera, e ad oggi non vi sono indicazioni contrarie a questa ipotesi, appare improbabile - concludono gli esperti - che sia stata cospicuamente bacillifera così a lungo». La divulgazione dello studio (che in realtà è stato pubblicato il 6 ottobre) anticipa di 24 ore l'attesa audizione di oggi (ore 14.30) del direttore sanitario del Policlinico Gemelli Andrea Cambieri davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari, presieduta da Leoluca Orlando, proprio in merito alla diffusione del batterio della Tbc. «L'audizione si colloca nell'ambito del filone d'inchiesta relativo alle infezioni ospedaliere e tende ad acquisire informazioni in merito al contagio di tubercolosi verificatosi nel reparto di neonatologia del Gemelli, con particolare riferimento alle cause dello stesso, alle modalità di applicazione dei protocolli vigenti ed alle conseguenti iniziative assunte» recita laconicamente una nota della Commissione. C'è molta attesa per quanto emergerà dall'incontro. Sulla tbc non si placano le polemiche. «A Roma nel 2008 i casi di tubercolosi sono stati 530 e nel 2009 498. Ora ci sono solo due casi di epidemia, quelli dell'infermiera e della neonata. Ditemi che epidemia è se non politica e mediatica» ha detto il ministro della Salute Fazio sottolineando la riduzione del contagio negli over 65 e un aumento tra i giovani fra i 15 e i 24 anni. Continua a non pensarla così l'immunologo Fernando Aiuti, professore emerito all'Università Sapienza di Roma: «È un'epidemia che ha colpito al momento 122 lattanti e non esiste negli ultimi 30 anni nella storia scientifica un numero così alto di bambini piccoli contagiati in ambito ospedaliero e in così breve tempo. Se non fosse così non si spiegherebbe il dispiegamento di ben tre commissioni di indagine per contrastare questo tipo di epidemia».

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