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Marrazzo voleva ampliare gli impianti di trattamento esistenti

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Quattroimpianti di gassificazione per un totale di otto linee, differenziata al 35,60% entro il 2011, quattro nuovi siti per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti (tmb) e ampliamento delle discariche esistenti: questa, in estrema sintesi, l'impalcatura del piano che, come detto, è rimasto nei cassetti della regione. Partendo dai termovalorizzatori, Marrazzo aveva messo la bandierina su Malagrotta, Colleferro, San Vittore e Albano. Quattro siti nei quali si sarebbero attivate otto linee di combustione. Due nell'impianto di Malagrotta (già esistenti), due a Colleferro (già esistenti), due a San Vittore (si sarebbe passati da una sola linea a due), infine Albano, la grande incognita essendo la partita ancora congelata davanti al Consiglio di Stato. Ancora, quattro nuovi siti per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti, la scelta era ricaduta su Bracciano, Colleferro, Guidonia e Latina. A questi si sarebbero aggiunti gli otto impianti già esistenti ovvero Colfelice, Albano Laziale, Roma (Malagrotta 1 e 2, Roccacencia, Salaria) e Viterbo. Tra le ipotesi, quella di realizzare un'ulteriore linea a Paliano. Infine, ampliamento della maggior parte delle discariche già funzionanti fino al 2011, fino a il piano entrasse a regime. Il braccio di ferro con Roma si consumò però su due fronti. Marrazzo prevedeva, con la chiusura in deroga di quest'ultima, l'apertura della vicina discarica di Monti dell'Ortaccio, già attrezzata dal 2008, possibilità scartata da Alemanno.

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