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Contro l'arrivo della «monnezza» di Roma, il sindaco di Riano si appella al Presidente della Repubblica.

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Apochi giorni dall'annuncio del Prefetto Giuseppe Pecoraro, che ha appunto individuato a Riano, più precisamente a Quadro Alto, e a Corcolle, nell'VIII Municipio, i siti alternativi dove aprire le nuove discariche e dirottare dopo il 31 dicembre i rifiuti ora scaricati a Malagrotta, insieme alle polemiche e alle manifestazioni di piazza, si programma anche la controffensiva istituzionale. L'idea della petizione è arrivata dopo «l'ennesimo atto di prepotenza di Roma e della Regione Lazio - spiega il vicesindaco e assessore all'Ambiente Luca Abbruzzetti - Ci rivolgeremo al Presidente Napolitano non solo per ribaltare la decisione del Prefetto, ma soprattutto per metterlo a conoscenza del fatto che sono state violate le regole democratiche». Ne ha per tutti Abbruzzetti: «Non siamo più ai tempi dell'impero, in cui Roma la faceva da padrona; allo stesso modo, la presidente della Regione Renata Polverini non si è mai degnata di sedersi ad un tavolo con noi, ha declinato ogni nostro invito». In attesa di raccogliere «quante più firme possibile», il Comune di Riano si rivolgerà anche al Tar: «Siamo vicini al Tevere, in caso di esondazione la discarica sarebbe a rischio allagamento; in quella zona ci sono case e negozi, cosa faranno, li abbatteranno?» Infine il traffico, la Tiberina è ormai al collasso. «Non può accogliere pure le centinaia di camion con i rifiuti diretti alla discarica», sottolinea Abbruzzetti e sorride: «Crediamo ci siano i margini per la vittoria». Per il momento, però, la piccola Riano ha perso di fronte alla Grande Roma. La Capitale che si prepara ad allargare i confini inglobando i comuni della provincia, così come hanno già fatto Parigi e Londra. Visto che le province s'hanno da abolire e la gestione dei servizi, trasporti e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, andranno gestiti in modo integrato. A questo punto la «cancellazione» dell'Ato provinciale, l'ambito territoriale ottimale, inserita nel Piano regionale dei rifiuti, e l'istituzione di un solo Ato a livello regionale e di cinque sub-Ato (uno solo per Roma e provincia, poi Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti) delinea nuovi scenari. «Aprendo il futuro allo spostamento dei rifiuti, vanificando il principio di prossimità», sostiene la Lista Bonino/Pannella. In altre parole: mentre ora l'immondizia prodotta all'interno di ciascun Ato va smaltita nei propri confini. Dopo l'approvazione dei Piano rifiuti, la «monnezza» potrà essere delocalizzata. Quindi il trasloco dei rifiuti di Roma a Riano è perfettamente in linea con il piano. Trasloco che non poteva, però, essere varato dalla Regione adesso, perché il piano non è ancora operativo. E, visti gli attriti con Comune e Provincia, è stato deciso di demandare la soluzione ad un commissario ad hoc, il prefetto Giuseppe Pecoraro, appellandosi all'emergenza. In virtù della quale il commissario può derogare alle norme per evitare che tra due mesi e mezzo, quando Malagrotta chiudera i battenti, la Città Eterna possa ritrovarsi sommersa dall'immondizia come Napoli. «Il piano regionale è bloccato perché la Provincia non invia i pareri di competenza», denuncia Massimiliano Graux, capogruppo del Popolo delle libertà a Fiumicino. Comune indicato quale probabile sede definitiva per la «monnezza» di Roma quando fra tre anni le cave di Riano e le vallate di Corcolle saranno colme dei rifiuti capitolini. Non potranno accogliere più di tre milioni e mezzo di tonnellate di «tal quale». Dopodiché toccherà a Pizzo del Prete, nel Comune di Fiumicino. L'ipotesi di divenire la discarica di Roma ha fatto scattare la ribellione del Pdl contro il sindaco Mario Canapini, che il 27 settembre scorso si è dimesso. A Riano la maggioranza di centrosinistra gui è invece unita: «Contrasteremo in ogni modo questa scellerata decisione. Temiamo che Riano possa trasformarsi in una nuova Malagrotta». Risultato? Ora ci pensa il commissario a «buttare» l'immondizia in provincia, poi toccherà al piano regionale. (ha collaborato Erica Dellapasqua)

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