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Marrazzo: "Non è vero Riano chiuderà dopo 3 anni"

L'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo nel corteo

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Dopo due anni di silenzio, era tornato su un palco per parlare di politica a settembre, faccia a faccia con Storace in occasione della prima festa regionale dell'Italia dei Valori. Ieri Piero Marrazzo ha concesso il bis, mimetizzato tra i rianesi che sfilavano contro l'arrivo della discarica a Quadro Alto. Stringe la mano ai manifestanti, consiglia al sindaco di Riano Marinella Ricceri di tenere i nervi saldi, «invitate Pecoraro, fate in modo che da qui si sviluppi un nuovo approccio al trattamento dei rifiuti». Partecipa come cittadino, «io a Riano vivo da tanti anni, ma il mio è anche il parere di una persona che, da ex governatore del Lazio e commissario all'emergenza rifiuti, ha studiato a fondo il tema».   Perché Riano non può ospitare la discarica? «Già nel 2009 bocciai una proposta che proponeva un progetto analogo. La prima ragione è sotto gli occhi di tutti, la mole di traffico. Flaminia e Tiberina non sono strutturalmente in grado di sostenere l'incremento veicolare che si verrebbe a creare». Se fosse lei a dover decidere, quale altro sito sceglierebbe? «Il piano che noi approvammo prevedeva ben nove linee di trattamento, due a Malagrotta, due a Colleferro, tre a San Vittore, due ad Albano. So bene che per quanto riguarda quest'ultimo caso la partita è congelata davanti al Consiglio di Stato, ma bisogna decidersi, se non ad Albano altri impianti dovranno essere realizzati. Il vero problema è che finché non si arriva alla chiusura del ciclo dei rifiuti, ovvero fino a che continueremo a conferire nelle discariche senza puntare su differenziata e termovalorizzatori l'emergenza non potrà dirsi conclusa. Io la mia parte l'ho fatta, moltiplicando le linee di smaltimento da 3 a 9 ed investendo 300 milioni nella differenziata, i volumi di quest'ultima sono infatti aumentati». Il suo piano contemplava anche Malagrotta, mentre ora si dice favorevole alla sua chiusura. «Trovo giusto concludere l'esperienza di Malagrotta, ma scegliendo Riano non si fa altro che ricreare lo stesso sito, con le stesse criticità, da un'altra parte. Sono preoccupato, perché così non si chiude Malagrotta, la si trasferisce. Considerato che poi si tratterebbe della stessa gestione, bisogna spiegare qualcosa in più ai cittadini di Riano, di Roma e del Lazio».   Il Prefetto Pecoraro ha però assicurato che a Riano giungeranno solo rifiuti trattati. «Non nutro dubbi sull'onestà intellettuale di Pecoraro, ma lo smentiscono i numeri. Col trattamento meccanico biologico si arriva al massimo a trattare la metà dei rifiuti prodotti dalla Capitale, a Riano arriverà l'indifferenziato che oggi viene smistato a Malagrotta, il tutto in infrazione europea rispetto alla direttiva del 2008. Quadro Alto non sarà un sito provvisorio, basta chiedere al Prefetto i dati di tendenza della produzione di indifferenziata. La discarica durerà 30 anni». Quindi come fronteggiare l'emergenza? «Le uniche discariche che si possono aprire sono quelle a servizio della raccolta differenziata, insieme a gassificatori o termovalorizzatori. Il Prefetto ha parlato di situazioni temporanee ma non possono esserlo dal momento che ancora non è stato scelto il sito che ospiterà il quarto impianto, che io avevo individuato ad Albano, e soprattutto non si è deciso quanto investire nella differenziata. Io proporrei al sindaco di Riano di far ripartire da qui la politica dei rifiuti del futuro, di organizzare un grande manifestazione pubblica a Quadro Alto, invitando il Prefetto, Polverini, Zingaretti e Alemanno, per spiegare ai cittadini quali sono le grandi sfide del futuro su questo tema. Roma e Riano hanno la stessa importanza, i cittadini non protestano solo perché non vogliono una discarica a Riano, ma soprattutto perché non intravedono un piano strategico per il futuro: quindi direi di ripartire dal dialogo».

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