Roma Capitale più sicura anche se aumentano i reati
Undato su tutti: rispetto a Londra e Parigi avvengono meno omicidi. Nonostante gli allarmismi della sinistra vivere nella città eterna è più sicuro rispetto alle capitali inglese e francese. Ma non è tutto oro quello che luccica. Rapine e furti, infatti, sono in aumento rispetto all'anno scorso. Ma andiamo con ordine. Il dato sugli omicidi va analizzato in proporzione al diverso numero di abitanti tra le varie capitali europee. A Roma, nel primo semestre di quest'anno, sono state uccise 27 persone (6 i casi irrisolti), a Londra 73, a Parigi 62 e a Madrid 16. Per fare un paragone preciso bisogna rapportare questo dato per un milione di abitanti. Il risultato è: Roma 6 omicidi, Londra 10, Parigi 28 e Madrid 5. Questi numeri sono stati raccolti dal Campidoglio attingendo da tre fonti: polizia del Regno Unito, polizia nazionale francese e guardia civile spagnola. E se Roma vince la sfida con le altre capitali, la situazione non cambia se estendiamo il raffronto al resto d'Italia. Milano e Napoli non hanno neanche un terzo degli abitanti di Roma, eppure il numero di omicidi in proporzione alla popolazione residente è più alto. Quest'anno a Milano sono state uccise 16 persone (12 per milione di abitanti), a Napoli 25 (26 se la città partenopea raggiungesse il milione di abitanti). Il prefetto Pecoraro ha ribadito più volte che gli omicidi avvenuti finora nella Capitale «sono nella media» rispetto agli ultimi anni. È senz'altro vero, anche se va fatta un'eccezione: l'anno scorso erano stati molto meno: 23 (nel 2007 furono addirittura 42). A fare clamore, oltre all'efferatezza delle uccisioni anche i quartieri dove sono avvenuti. Un quartiere centrale come Prati, ad esempio, non era di certo abituato a vedere due persone uccise in mezzo alla strada nel giro di neanche tre mesi. Prima era stata la volta di Roberto Ceccarelli freddato l'8 aprile scorso davanti al Teatro delle Vittorie. Il 5 luglio è toccato a Flavio Simmi ucciso da nove colpi di pistola in via Grazioli Lante, a due passi da viale Angelico. Poi ci sono anche gli omicidi che accadono in periferia. La recente morte di Ennio Luparelli, 68 anni, ha gettato nello sconforto San Basilio ma anche il resto di Roma. L'anziano ha perso la vita investito dai ladri che avevano appena scippato la moglie. Parlare di omicidi, però, non esaurisce il quadro sulla sicurezza a Roma. Per farsi un'idea bisogna esaminare l'andamento dei reati negli ultimi sei anni. In questo caso non c'è da stare tranquilli. Il numero delle rapine e dei furti è in aumento. Il quadro annuale fornito dalla Questura ad agosto è chiaro: rapine +15,6%, furti +9,57. Se diamo un'occhiata al dato complessivo della Prefettura la crescita è ancora più lampante. Nei primi sei mesi di quest'anno sono state fatte 1.714 rapine. Quella di ieri al portavalori in via Cesare Pavese è solo l'ultima e più eclatante. Nei primi sei mesi del 2010 erano state il 29% in meno. Solo sotto l'amministrazione Veltroni il numero di rapine aveva raggiunto livelli più elevati. Dal 2007 al 2010, infatti, sono scese del 37%. Si può quindi dire che nei primi anni di Alemanno c'è stata una diminuzione delle rapine che poi hanno ricominciato a salire. Una chiave di lettura può essere quella fornita più volte dal sindaco: la crisi economica porta sempre più persone a compiere reati. Il trend è identico nel caso dei furti. Quest'anno sono cresciuti del 12,5% (62.000 da gennaio a giugno) rispetto al 2010. Nel 2006 però avevano toccato il picco di 168.000. Alla fine, la sintesi più completa si può ricavare dal raffronto dei reati tra i primi 8 mesi degli ultimi cinque anni. Nel 2007 i reati furono 156mila, poi iniziarono a scendere: 121mila nel 2008 e 112mila nel 2009. Negli ultimi due anni è avvenuta la risalita: 114mila nel 2010 e 122mila nel 2011. Il problema c'è. Sono necessari rinforzi.